Saluto del Sindaco
circolo Fratelli Rosselli “Quaderni circolo
Rosselli 1925-
20
dicembre 1985
Sono
onorato di porgervi il benvenuto in Palazzo Vecchi in una occasione di grande
significato per la storia della cultura politica della nostra città. Sono anche
lieto di porgere un sincero benvenuto a Sandro Pertini che siede qui tra noi
oggi come testimone di una indimenticabile pagina di storia, vissuta da
protagonista insieme a Carlo e Nello Rosselli e a tanti altri giovani di
allora, verso i quali tutti noi siamo debitori della democrazia e della
libertà. Vogli o ringraziare per la sua presenza anche Norberto Bobbio, il
massimo filosofo della politica dei nostri giorni, il cui pensiero si inserisce
certo nella migliore tradizione laica e libertaria della cultura politica
contemporanea, la stessa tradizione a cui appartiene il pensiero e l’azione dei
fratelli Rosselli.
Presentando
il 3° quaderno dell’85 il Circolo di Cultura Politica Fratelli rosselli celebra
un sessantennio di storia della nostra città, sotto l’angolazione particolare
delle vicende della cultura politica del dopoguerra e, prima ancora, dei
momenti drammatici dell’assalto fascista, della perdita delle libertà, della
lotto per tenere viva la coscienza della democrazia e la stessa volontà di
riconquistarla.
È
una storia di cui Firenze è certo protagonista anche allargando lo sguardo
all’intero paese.
Nella
prefazione al Quaderno Valdo Spini ha lucidamente distinto le fasi della storia
del Circolo di Cultura, prima e dei “Rosselli”, poi.
Nel
primo dopoguerra intorno a Salvemini, con quelli che egli considera con affetto
i suoi allievi, Nello e Carlo Rosselli, Ernesto Rossi ed altri, nasce il
Circolo di Cultura in Borgo Santi Apostoli al 27. Si vuole tornare a discutere
dei fatti profondi che hanno sconvolto il mondo di allora, la guerra e le sue
ferite, le prospettive storiche che si aprono per il nostro paese nel momento
in cui vacilla la rappresentatività della classe politica dirigente liberale
che aveva unito l’Italia. Un dibattito largo, aperto, spregiudicato ma ricco di
fermenti ideali, come è ovvio che sia in un grande momento di trapasso per la
storia di tutta l’Europa e del nostro Paese.
Inevitabilmente,
la stretta finale del fascismo, che decide di rompere gli indugi e conculcare
tutte le libertà residue, non poteva che colpire subito il Circolo di Cultura.
Non a caso il 31 dicembre 1924, i circolo viene preso d’assalto e demolito
dalle squadracce e solo due giorni dopo lo storico discorso di Mussolini del 3
gennaio 25, quello che apriva le pagine più buie per la libertà nel nostro
paese, solo due giorni dopo, il 5 gennaio, il Circolo veniva ufficialmente
chiuso per ordine del prefetto.
La
reazione dei Rosselli è immediata. Nasce per loro iniziativa a Firenze il primo
giornale clandestino di opposizione al regime: “Non Mollare”. Anche questo
piccolo primato dobbiamo ai Rosselli. Non
mollare esce subito con molta decisione, preciso e lapidario fin dal titolo
che ne costituisce il programma.
Mi
ha colpito il programma.
Mi
ha colpito leggendo la ristampa di quel foglio un titolo riferito ironicamente
alle scorribande fasciste della notte del 31 dicembre: “Firenze, Atene
d’Italia”.
Un
gemellaggio ideale tra due città che i Rosselli riferivano a momenti tragici e
col dovuto, amore, sarcasmo, e che oggi siamo chiamati a riscoprire in una
chiave del tutto diversa, non retorica, e tutt’altro che nazionalistica, in un
impegno di Firenze per l’Europa almeno pari a quello che Atene ha profuso in
quest’anno su incarico della Cee.
Ma
voglio ancora sottolineare come altre tappe fondamentali della vita del Circolo
si avviano nel secondo dopoguerra, quando riapre i battenti nel nome dei suoi
eroici fondatori – morti sul campo della loro battaglia per la libertà – e per
opera dei più bei nomi della cultura politica laica e azionista che aveva
ispirato i l movimento dei Rosselli : “Giustizia e libertà”. Basti citare Piero
Calamandrei e Tristan Codignola. Anche qui il Circolo vive al passo con i
tempi: nasce all’indomani della liberazione della città nell’agosto del ’44 e
si trova protagonista subito della cultura politica italiana, se consideriamo
com’è giusto che sia – l’esperienza azionista come il fenomeno più originale
della cultura politica italiana nato nella Resistenza e proposto al Paese nei
primi anni del dopoguerra. Un ruolo fondamentale quest’area di cultura politica
l’ebbe ancora nel ’53, nel fallimento della legge truffa, e ancora per lunghi anni dopo la confluenza, in
maggioranza, nel Partito Socialista.
Da
allora fino ad oggi il Circolo ha mantenuto la sua posizione d’avanguardia
nello studio e nella proposta del pensiero politico, nonostante alterne vicende
e grazie al suo definitivo e ormai consolidato rilancio. Ecco perché sostenevo
all’inizio che il ruolo del Circolo è stato sempre vitale nella storia politica
e culturale di Firenze, la città è in qualche modo debitrice di idee e di
prestigio a questo cenacolo inesauribile