DOCUMENTI
Arresto e interrogatorio di Pertini (1925)
L'anno 1925 il giorno 23 del mese di maggio alle
ore 17 in Savona e nelle carceri giudiziarie.
Avanti a noi avv. Eula cav. Ernesto sost. proc. del Re assistiti
dal sottosegretario � comparso l'imputato sotto indicato, il
quale risponde: sono e mi chiamo Pertini avv. Alessandro fu
Alberto e di Maria Muzio nato a Stella S. Giovanni il 25-9-1896
residente a Savona avvocato celibe, ho fatto il servizio militare
quale ufficiale - incensurato - benestante.
Contestatogli i reati come in atti specificati invitato a
presentare le sue discolpe e diffidato che se anche non risponde
si proceder� oltre nella istruttoria.
Risponde:
"Confesso pienamente di avere io stesso e da solo compilato
fatto stampare e quindi distribuito il foglio a stampa
rammostratomi dalla S.V. intitolato Sotto il barbaro dominio
fascista e del quale un rilevante numero di copie venne trovato
nel mio domicilio per parte della polizia giudiziaria e posto in
sequestro. Escludo che qualsiasi altra persona abbia preso parte
alla compilazione e alla distribuzione del foglio, quale io
scrissi con la piena consapevolezza delle mie azioni, in
corrispondenza della profonda fede politica che io professo, quale
iscritto al partito socialista unitario. Feci stampare il foglio a
mie spese e per opera di una tipografia che non intendo nominare,
fuori di Savona. Appunto perch� non fosse noto il nome
dell'editore e della stampatore omisi dal presentare alla procura
del Re le prescritte tre copie della pubblicazione, prima di
iniziarne la distribuzione. Come gi� dissi io stesso mi occupai
della distribuzione sia consegnando a mano le copie del foglio a
persone di mia conoscenza a Savona, Stella S. Giovanni, Sassello,
sia spedendo plichi chiusi contenenti buon numero di copie del
foglio a sezioni combattenti ed altri circoli politici di numerose
localit� del circondario. Ammetto di aver compilato e distribuito
il manifesto allo scopo precipuo di incitare coloro che lo
avrebbero letto all'odio contro il partito fscista sia come quello
che detiene attualmente il potere, sia come quello che in questo
momento politico rappresenta la borghesia ed il capitalismo, i
quali attraverso il regime fascista hanno instaurato in Italia una
violenta forma di dominio e di oppressione del proletariato.
Tuttavia non potevo pensare che la pubblicazione e distribuzione
del mio foglio di per s� potessero avere l'efficacia di provocare
da parte del proletariato una violenta reazione contro il regime e
neppure di perturbare la pubblica tranquillit�. Ritenevo soltanto
che questo mio foglio potesse servire come contributo, se pure
modesto, a tener desto nell'animo del proletariato il sentimento
della lotta di classe, e dell'avversione al fascismo, rivolgendomi
conseguentemente a tutti coloro che in questo momento contro il
fascismo si sono schierati. Ammetto pure che nel compilare
l'articolo intitolato Il procedimento contro De Bono e quello per
l'assassinio di Giacomo Matteotti intesi esprimere un sentimento
di sfiducia non gi� contro l'autorit� giudiziaria in genere,
verso la quale professo il pi� illimitato rispetto e stima, ma
invece contro il Senato costituito in Corte di Giustizia e
precisamente contro contro la commissione senatoria proposta per
l'istruzione del procedimento contro il senatore De Bono. Ci�
perch� � mia convinzione che il Senato, organo eminentemente
politico, se pur chiamato occasionalmente ad una funzione
giudiziaria, non possa sveltirsi di quelle idee politiche, il cui
esplicamento ne costituisce la naturale funzione. Laonde l'opera
giudiziaria del Senato svolta in procedimento a fondo politico non
pu�, a mio vedere, non prestarsi a sospetto. Ammetto infine di
avere nell'articolo intitolato Le accoglienze al Re a Milano... e
quelle di Firenze, inteso rendere di pubblico dominio a far
risaltare le fredde accoglienze ricevute da Sua Maest� a Milano
ed a Firenze da parte del popolo, fredde accoglienze che secondo
me dimostrarono come il popolo italiano in genere, in questo
momento politico, faccia risalire al sovrano la responsabilit�
del perdurare del regime fascista e delle illegalit� e
menomazioni delle libert� pubbliche, che del regime fascista sono
secondo me precipue colpe. Ammetto cos� di avere io stesso col
detto articolo inteso di associarmi al sentimento del popolo, come
sopra esposto, e quindi voluto far risalire al sovrano la
responsabilit� degli atti illegalitari del governo fascista.
Quanto alla pubblicazione della lettera inviata da Cesare Rossi
all'on. Mussolini in data 14 giugno 1924 e di uno stralcio del
memoriale Filippelli in data 9 giugno 1924, dichiaro di avere
colla pubblicazione stessa voluto portare a conoscenza del
proletariato due documenti dei quali � stata finora negata la
pubblicazione sui giornali e che stanno a dimostrare secondo me
una responsabilit� del capo del governo nella perpetrazione del
delitto Matteotti. Non intendo palesare il modo e le persone
attraverso le quali venni in possesso sia dei due documenti
sopradetti, sia delle varie notizie pubblicate nel foglio. Non so
precisamente se i due documenti di cui sopra facciano o meno parte
degli atti relativi all'istruttoria concernente il delitto
Matteotti.
Nomino a mio difensore il sig. avv. Giovanni Pera di qui. Chiedo
di essere posto in libert� provvisoria o la scarcerazione. Letto,
confermato e sottoscritto,
Sandro Pertini
ACS, Ministero dell'Interno,
Casellario politico centrale,
fasc. Pertini Alessandro

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