DOCUMENTI
Verbale
dell'interrogatorio di Sandro Pertini
(14 aprile 1929)
L'anno
millenovecentoventinove, VII del Littorio, il giorno 14 aprile
nella Regia Questura di Pisa.
Innanzi a Noi Monarca Cav. Uff. Giulio, Commissario Capo di P.S.
� fatto presentare il sedicente Roncaglia Luigi di Carlo e di
Bietti Teresa, commerciante, nato a Bellinzona il 25-9-1896, il
quale, opportunamente domandato, cos� risponde:
Sono e mi chiamo Pertini Alessandro fu Alberto e di Muzio Maria,
nato a Stella S. Giovanni (Savona) il 25-9-1896, ivi domiciliato,
avvocato e dottore in scienze sociali, residente a Nizza (Francia)
in via Boriglione n. 53. Pertanto il passaporto svizzero n. 10170
- che ho esibito a V.S. e che, mentre porta la mia fotografia, e
intestato a Luigi Roncaglia, � completamente falso. La
falsificazione di tale documento � stata da me operata a Nizza,
dove mi riusc� ottenere, a mezzo di persona amica, che non
intendo assolutamente rivelare, il modulo, il quale � stato
completato nella riscritturazione di mio pugno perfino nelle firme
della Direzione Centrale di Polizia di Bellinzona. Anche i bolli
sono stati da me stesso falsificati ed il nome di Luigi Roncaglia
� puramente immaginario. Ho sempre appartenuto al partito
socialista unitario e il 12-12-1926, allo scopo di sfuggire al
provvedimento del confino, dove ero stato assegnato dalla
Commissione Provinciale di Genova per la durata di cinque anni, mi
allontanai dal Regno assieme all'ex Deputato Filippo Turati,
imbarcandomi con costui su di un motoscafo nel porto di Savona.
Raggiungemmo con tale mezzo il porto di Calvi in Corsica, da dove
passammo subito a Nizza dove mi stabilii definitivamente. Ivi ho
sempre svolto attivit� socialista ed antifascista, effettuando
larga propaganda conforme ai miei principi politici. A Nizza ho
sempre abitato in via Boriglione n. 53 e mi sono procacciati i
mezzi di sussistenza lavorando in qualit� di imbianchino, perch�
ho sempre rifiutato i finanziamenti offertimi dal partito
socialista unitario, al quale in Francia, sono tutt'ora iscritto.
Nell'aprile del 1928, trovandomi sempre a Nizza, feci impiantare
ad Eze, e precisamente in un villino da me preso in affitto, una
radio con un apparecchio trasmittente, allo scopo di poter
comunicare in Italia notizie che diversamente non si potevano
dare. I fondi necessari per l'impianto della radio li ricavai
dalla vendita in Italia di una mia masseria, mentre il mio amico
ingegnere Serge Karnoscki, di nazionalit� polacca, pens� a
dirigerne la costruzione. Ho subito per tal fatto un procedimento
penale innanzi al Tribunale correzionale di Nizza, che ebbe luogo
ai primi di quest'anno e che fu definito con la condanna ad un
mese di reclusione, con tutti i benefici di legge. Aggiungo di
avere riportato precedentemente, pure a Nizza, una condanna a 25
franchi di ammenda per avere scazzottato, in seguito a diverbio,
il fascista Varese nativo della Liguria. Ho tenuto numerosi comizi
antifascisti a Nizza e in diversi paesi della Costa Azzurra.
A.D.R. Sono entrato nel Regno, come pu� rilevarsi dal bollo
d'ingresso applicato sul passaporto falso, il giorno 26 marzo u.s.
verso le ore 15 dalla frontiera di Chiasso. Il passaporti fu
osservato lungo il percorso Lugano-Chiasso, mentre mi trovavo sul
treno, nel quale viaggiavo in seconda classe, da un funzionario od
agente della Polizia italiana e da un gendarme della Polizia
svizzera, i quali nulla ebbero ad obbiettarmi. A Chiasso mi fu
richiesto nuovamente il passaporto dalla Polizia italiana che me
lo restitu� immediatamente, e cos� entrai senza nessuna
difficolt� in Italia, proseguendo con lo stesso treno per Milano,
dove mi trattenni tutto il giorno 26, prendendo alloggio
all'albergo "Lario" in piazza Fontana, sotto il falso
nome di Luigi Roncaglia. Ivi pernottai solo la notte dal 26 al 27
ed a Milano non ebbi contatto con alcuno.
A.D.R. A Milano non ho avvicinato compagni di fede perch� a
prescindere che avrei potuto essere scoperto, pensai che avrei
potuto comprometterli con la mia sola presenza.
A.D.R. Successivamente alla notte dal 26 al 27 marzo, soltanto una
notte, che non ricordo, ho passato in albergo e precisamente al
"Rebecchino" in Firenze. Tutte le altre notti le ho
passate in treno, viaggiando per diverse citt� d'Italia, in terza
classe, perch�, conscio della vigilanza che si esercita sugli
alberghi, mi preoccupavo di cadere d'un momento all'altro nelle
mani della polizia.
A.D.R. Non sono in grado di ricostruire l'itinerario da me seguito
in questi viaggi, ma posso soltanto affermare di essere stato a
Parma-Bologna-Roma-Napoli-Pompei. Spiego per� che in dette citt�
mi sono trattenuto brevemente, senza mai pernottare e al solo
scopo di fare toeletta, in qualche albergo diurno o per attendere
la coincidenza dei treni, perch� � bene che si sappia che io
sono rientrato nel Regno con l'unico scopo di riabbracciare mia
madre e poi ritornare in Francia. Ecco perch� i miei continui
viaggi su e gi� per le diverse citt� non avevano alcuna meta, ma
viaggiavo nella speranza di incontrare qualche amico sicuro che
avesse potuto favorirmi, nel senso di andare a trovare mia madre,
informandola della mia venuta in Italia e fissarmi un appuntamento
in una localit� insospettabile e sicura.
A.D.R. Ho scritto a qualche amico, del quale non intendo dire il
nome, informandolo del mio rientro nel Regno e dello scopo che mi
prefiggevo, ma purtroppo non ho ottenuto alcuna risposta.
A.D.R. Confesso che dal giorno in cui sono rientrato in Italia non
ho avuto contatto con chicchessia e ho trascorso sempre le notti
dormendo in treno, perch�, ripeto, temevo di poter essere
scoperto.
A.D.R. Sono partito la decorsa notte da Milano con l'accelerato in
partenza da quella stazione alle ore 0,35 e sono giunto a Parma
alle ore 3,36. Verso le ore 5 ho proseguito per la linea di
Fornovo raggiungendo La Spezia verso le 11. Ivi, in prossimit�
della stazione, ho fatto colazione e alle ore 12 sono rientrato in
stazione acquistando il biglietto di terza classe per Roma e che
� precisamente quello rinvenuto sulla mia persona.
A.D.R. Questa mia seconda andata a Roma non aveva, come del resto
tutti gli altri viaggi, una finalit� precisa, ma era determinato
dalla speranza, come pi� volte ho ripetuto, di poter vedere e
avvicinare qualche amico che avesse facilitato il mezzo per
incontrarmi con la mamma. Nel transitare per� da questa stazione
dove sono giunto alle ore 15 di oggi, ho dovuto sostare in attesa
dell'accelerato in partenza per la capitale alle ore 17,15. Ho
avuto l'infelice idea di visitare nel frattempo il Duomo e la
Torre pendente e nel ritornare da Piazza dei Cavalieri mi sono
fermato per attendere il tram in prossimit� di via Ulisse Dini,
quando ivi ho scorto una comitiva di fascisti tra cui mi � parso
di vedere l'avvocato Saroldi Icadio domiciliato a Savona. Ho
pensato che non potesse essere lui e, venuto il tram, ho montato
su di questo; mi sono accorto subito che due fascisti sono saliti
sullo stesso tram tenendomi d'occhio. Ho compreso allora di essere
stato scoperto. Infatti qualche minuto dopo i due sconosciuti si
sono a me avvicinati invitandomi a discendere. Li ho seguiti ed
essi mi hanno qui accompagnato.
A.D.R. A prescidere che io non avrei potuto passare nel Regno per
la frontiera di Ventimiglia, perch� troppo noto agli agenti della
Polizia francese ed italiana di quel confine, il passaporto falso
di cui sono provvisto non avrebbe potuto consentirmi l'uscita da
qualsiasi frontiera della Repubblica francese, mancando sul
passaporto stesso il visto di entrata in Francia. E perci� ho
dovuto furtivamente uscire dal territorio della Repubblica
francese per entrare in Svizzera. All'uopo mi sono recato sulla
linea di confine di Bellegarde riuscendo a sfuggire alla vigilanza
delle Autorit� francesi. Seguendo poscia la linea di Ginevra,
Losanna e Lugano raggiunsi Chiasso.
A.D.R. Partii da Nizza, se mal non erro, verso il venti del
decorso marzo.
A.D.R. All'annotazione che V.S. legge sulla pagina n. 1
dell'orario ferroviario presso di me rinvenuto, � scritto di mio
pugno: Albert Zimmermann 64 - Tolie Regnault (II). Costui � uno
svizzero tedesco che ho conosciuto in viaggio lungo la linea
Ginevra-Losanna. Gli ho narrate le mie peripezie e la mia qualit�
di fuoruscito ed egli mi aveva promesso una occupazione confacente
alla mia condizione sociale.
A.D.R. Gli appunti che V.S. riscontra nel pezzo di carta annesso
allo orario riguarda una specie di progetto e relativa spesa sui
viaggi fatti e da fare e vi figurano anche le citt� di Venezia e
di Triestre perch� mi ripromettevo una volta abbracciata mia
madre di recarmi in Austria.
Letto, confermato e sottoscritto
Firmato Avv. Sandro Pertini
Firmato Monarca Giulio - Commissario Capo di P.S.
Fondo
Sandro Pertini

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