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DOCUMENTI

L'Avanti! clandestino

A me piace ricordare l'Avanti! clandestino che in Roma, a Firenze e nell'Italia del Nord, � stato la voce dei combattenti della libert� che si stringevano intorno alla nostra bandiera. Ricordare l'Avanti! clandestino di Roma vuol dire ricordare prima di tutto due nostri compagni che a forte ingegno univano una fede purissima, entrambi caduti sotto il piombo fascista: Eugenio Colorni e Mario Fioretti. Ricordo come Colorni, mio indimenticabile fratello d'elezione, si prodigasse per far s� che l'Avanti! uscisse regolarmente. Egli in persona, correndo rischi di ogni sorta, non solo scriveva gli articoli principali, ma ne curava la stampa e la distribuzione, aiutato in questo da Mario Fioretti, anima ardente e generoso apostolo del Socialismo. A questo compito cui si sentiva particolarmente portato per la preparazione e la capacit� della sua mente, Colorni dedicava tutto se stesso, senza tuttavia tralasciare anche i pi� modesti incarichi nell'organizzazione politica e militare del nostro Partito. Egli amava profondamente il giornale e sognava di dirigerne la redazione nostra a Liberazione avvenuta e se non fosse stato strappato dalla ferocia fascista, egli sarebbe stato il primo redattore capo dell'Avanti! in Roma liberata e oggi ne sarebbe il suo direttore, sorretto in questo suo compito non solo dal suo forte ingegno e dalla sua vasta cultura, ma anche dalla sua profonda onest� e da quel senso di giustizia che ha sempre guidato le sue azioni. Per opera sua e di Mario Fioretti, l'Avanti! era tra i giornali clandestini quello che aveva pi� mordente e che sapeva porre con pi� chiarezza i problemi riguardanti le masse lavoratrici. La sua pubblicazione veniva attesa con ansia e non solo da noi, ma da molti appartenenti ad altri partiti, i quali nell'Avanti! vedevano meglio interpretati i loro interessi. E i ricordi, adesso, sorgono, dal fondo del cuore e incontro ci vengono come antichi amici donando serenit� e conforto al nostro animo inquieto per le sorti del Partito.

Mi rivedo cos� tra il luglio e l'agosto 1944 alla vigilia dell'insurrezione, in Firenze, dove il mio destino mi aveva portato... Lo stato di emergenza dichiarato dai tedeschi, disumano ed implacabile, durava ormai da pi� di una settimana. Le rappresaglie naziste si succedevano alle rappresaglie, le fucilazioni alle fucilazioni, la vita diventava ogni giorno pi� dura e pi� difficile; le speranze si spegnevano nei nostri cuori; molti di noi si sentivano gi� nell'ombra della morte. Quel martirio sembrava non avere pi� fine, quando improvvisamente all'alba dell'undici agosto, la "Martinella" - il vecchio campanone di Palazzo Vecchio - suon� a distesa; risposero festose tutte le campane di Firenze. Era il segnale della riscossa. Scendemmo, allora, tutti i piazza; i fratelli nostri d'oltre Arno passarono sulla destra, i partigiani scesero dalle colline, la libert� finalmente splendeva nel cielo di Firenze. Ci mettemmo subito al lavoro; tutti i compagni si prodigavano in modo commovente. Il nostro fu il primo Partito a pubblicare un manifesto rivolto alla cittadinanza e pensammo di fare uscire immediatamente l'Avanti! sotto la direzione del compagno Albertoni... Nel pomeriggio dell'undici agosto noi tutti uscimmo dalla sede del Partito di via San Gallo con pacchi di Avanti! ancora freschi di inchiostro e ci trasformammo in strilloni. L'Avanti! and� a ruba. Ricordo un vecchio operaio. Mi venne incontro con le braccia tese chiedendomi con voce tremante un Avanti!. Il suo volto, splendente di una luce che si irradiava dal suo animo, sembrava improvvisamente ringiovanire. Preso l'Avanti! se lo port� alla bocca, baci� la testata piangendo come un fanciullo. Sembrava un figlio che dopo anni di forzata lontananza ritrova la madre.

Dopo la liberazione di Firenze eccomi nuovamente a Roma. L'Avanti! diretto da Pietro Nenni aveva raggiunto il suo maggior splendore. Era la voce del Partito che da quelle colonne per virt� d'uno dei nostri pi� virtuosi compagni si faceva sentire alta e forte. Breve sosta a Roma: poi eccomi di nuovo nel Nord dopo avere attraversato, con l'animoso mio compagno di ventura Cerilo Spinelli, il massiccio del Monte Bianco per raggiungere Cogne, poi Torino e quindi Milano.

L'organizzazione politica e quella militare del nostro Partito procedeva nel Nord in modo febbrile e sempre pi� soddisfacente per opera di Morandi, di Basso, di Bonfantini. L'anima di questa organizzazione era l'Avanti!i clandestino. Nel settentrione usciva in diverse edizioni: a Milano, Torino, Venezia, Genova, Bologna. Insieme all'Avanti! facevano uscire altri giornali clandestini... La pubblicazione di questi fogli in Milano la si deve alla tenacia, alla abnegazione, alla intelligenza di Guido Mazzali. Sempre sereno, egli non si turbava delle mie richieste di far uscire nuovi giornali: ascoltava tranquillo le mie sfuriate quando lo incitavo a pubblicare con pi� frequenza l'Avanti! e si metteva paziente al lavoro. Il giornale lo faceva lui, e lui ne curava la stampa e la diffusione. Si pensi che nella sola Milano siamo riusciti a stampare fino a 30.000 copie per numero dell'Avanti!. Il nostro giornale era lettissimo, soprattutto perch� non si limitava a fare opera di patriottismo, come facevano i giornali di altri Partiti, ma prospettava sempre quelle che poi dovevano essere ed erano le finalit� della guerra di liberazione, e cio�: l'indipendenza, la Repubblica, il Socialismo...

S. PERTINI
Cinquantenario dell'Avanti!
numero unico
25 dicembre 1946


Documenti Fondazione di Studi Storici Filippo Turati   Documenti Associazione Nazionale Sandro Pertini   Materiale consultabile su CD-Rom

 

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