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ANTONIO CARDINI � straordinario di storia del movimento
sindacale del corso di laurea in Scienze Politiche e docente di storia
economica nella Facolt� di Economia dell'Universit� di Siena. �
autore di numerosi studi di storia politica ed economica italiana nei
secoli XIX e XX tra i quali ricordiamo: Stato liberale e protezionismo
in Italia (1890-1990), Bologna, Il Mulino, 1981; La cultura economica
italiana e l'et� dell'imperialismo (1900-1914), Milano, Giuffr�,
1982; Antonio De Viti de Marco, La democrazia incompiuta (1858-1943),
Roma-Bari, Laterza, 1985; Guida bibliografica agli scritti di Antonio
De Viti de Marco, Roma, 1986; Tempi di ferro. "Il Mondo" e
l'Italia del dopoguerra, Bologna, Il Mulino 1992; Le corporazioni
contonuano... Cultura economica e intervento pubblico nell'Italia
unita, Milano, F. Angeli 1993.
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ANTONIO CARDINI
Il grande centro.
I liberali in una nazione senza stato: il problema storico
dell'"arretratezza politica" (1796-1996)
Piero Lacaita Editore
Manduria-Roma-Bari 1996, L. 25.000
In copertina: Fernand L�ger, La grande parata (New York,
The Solomon R. Guggenheim Museum).
Il
liberalismo non si � radicato in Italia perch� assorbito sall'esigenza
di costruire lo stato amministrativo contemporaneo mentre era
mancato nella penisola anche lo stato assoluto moderno. Ci� ha
avuto la conseguenza di dar vita ad un sistema politico bloccato al
centro, privo di alternanza. L'Italia affront� gi� alla fine del
XIX secolo un processo di modificazione del sistema per cui sembrava
che dopo il trasformismo due parti si fossero costituite nel
parlamento e nel paese e potessero alternarsi alla guida del
governo.
Questa concreta prospettiva si infranse nel nuovo equilibrio
giolittiano. Non possiamo sapere se, a distanza di cento anni, si
presenter� ancora ai giorni nostri, se cio� il potenziale
equilibrio bipolare che si � profilato sfocer� ancora una volta
nel dominio del "grande centro". L'ipotesi che qui si
intende avanzare � che rispetto a cento anni fa � venuta meno
l'esigenza di costruire lo stato. E rispetto al 1945, quando pure un
sistema bipolare era possibile, anche un'altra pregiudiziale �
caduta per la fine dell'Italia rurale (prima ancora che per la fine
del comunismo).
La modernizzazione del secolo XX, che ha formato stato, partiti e
industrializzazione, con un faticoso processo iniziato gi� nella
seconda met� dell'Ottocento, ha reso gli italiani omogenei al
sistema democrazia/mercato. E questa � una base sociale
(inesistente cento anni fa ed anche cinquanta anni fa) su cui si
pu� installare una forma di bipolarismo.
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