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MARINA CATTARUZZA insegna storia della Germania presso il
Dipartimento di storia dell'Universit� di Trieste. Ha studiato presso
le Universit� di Trieste, Vienna ed Amburgo (come Humboldt-Fellow) e
presso il Politecnico di Darmstadt, dove nel 1986 ha conseguito la
libera docenza in storia moderna e contemporanea. Ha tenuto corsi di
storia contemporanea presso l'Istituto Universitario Europeo di
Firenze e presso l'Universit� Ca' Foscari di Venezia. � autrice dei
volumi: La formazione del proletariato urbano (1979); Arbeiter und
Unternehmer auf den Werfen des Kaiserreichs (1988); Trieste
nell'Ottocento. Le trasformazioni di una societ� civile (1995); e
assieme ad Antonio Casali, Sotto i mari del mondo. La Whitehead
1875-1900 (1990). Ha curato Trieste, Austria, Italia tra Settecento e
Novecento. Studi in onore di Elio Apih (1996). La sua attivit� di
ricerca riguarda in primo luogo la storia dei territori dell'Adriatico
nord-orientale dal Settecento al Novecento e la storia della Germania
contemporanea, con particolare riguardo a problemi storiografici.
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MARINA CATTARUZZA
Socialismo adriatico.
La socialdemocrazia di lingua italiana nei territori costieri della
Monarchia asburgica: 1888-1915
Piero Lacaita Editore
Manduria-Roma-Bari 1998, L. 25.000
In copertina: Arturo Nathan (Trieste 1891-Bieberach 1944),
Solitudine, collezione privata, Trieste.
Il volume ricostruisce le vicende del
socialismo secondointernazionalista nel Litorale, territorio chiave
della Monarchia asburgica, che vi ha dislocati l'importantissimo
centro portuale di Trieste e la base militare di Pola.
Il delicato equilibrio di un'area cruciale per la Casa d'Austria
viene, per�, progressivamente scosso dal montare delle
contrapposizioni nazionali tra italiani da una parte e sloveni e
croati dall'altra. In tale contesto, la prospettiva federale
elaborata al congresso di Br�nn (1899) dalla socialdemocrazia
austriaca, sembra offrire una via d'uscita al radicalizzarsi delle
lotte nazionali e alla conseguente paralisi degli organismi
rappresentativi della Monarchia danubiana.
I socialisti italiani del Litorale fecero propri con entusiasmo i
valori dell'internazionalismo e della coesistenza plurinazionale
nell'ambito dello Stato asburgico. Diversamente che nel Trentino, a
Trieste ci fu, infatti, una piena omologazione al modello
socialdemocratico austriaco, che fin� per influenzare la stessa
identit� nazionale e la percezione di s� di dirigenti e militanti,
il cui essere "italiani" si limitava rigorosamente ad
un'accezione di tipo linguistico e culturale. Lo scoppio della Prima
Guerra Mondiale e l'allineamento dei partiti socialisti europei alla
politica dei rispettivi governi ebbe effetti traumatici sulle
coscienze dei militanti triestini.
Il profondo disorientamento che ne segu�, risultante del venir meno
di una prospettiva esistenziale complessiva, sfoci�, talora, in
disordini psichici ed esiti autodistruttivi. Esemplare, al riguardo,
il suicidio di Angelo Vivante, a pochi mesi dall'entrata in guerra
dell'Italia. Il volume � organizzato attorno a due tematiche
principali: a) il processo di omologazione del movimento operaio nel
K�stenland, in cui prevaleva originariamente l'influenza di
correnti repubblicane e anarchiche di matrice italiana, con la
realt� della socialdemocrazia austro-tedesca; b) la riflessione
sulla questione nazionale da parte dei socialisti adriatici, le
divergenze tra i militanti triestini e istriani - pi� sensibili,
questi ultimi, al proprio ruolo di Kulturnation - il confronto con i
compagni sloveni e gli austro-tedeschi. Oltre che come contributo
alla conoscenza del socialismo italiano in Austria, il lavoro si
pone come parabola esemplare di un'utopia - quella
dell'internazionalismo applicato all'assetto statuale plurinazionale
- colta dal suo sorgere al suo tramontare e il cui fallimento venne
a coincidere con la fine dell'"ordine" nello spazio
centro-europeo.
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