|
|
|
|
DINO MENGOZZI insegna Storia contemporanea nella Facolt� di
Scienze della Formazione dell'Universit� di Urbino. Si �
perfezionato con Michel Vovelle e ha dedicato vari saggi ai temi delle
mentalit� e delle sensibilit� collettive in relazione alla violenza
e alla morte. Ha pubblicato recentemente Sicurezza e criminalit�,
1796-1861, Franco Angeli 1999, e curato, con D. Angelini, Una societ�
violenta. Morte pubblica e brigantaggio, Lacaita, 1996.
|
DINO MENGOZZI
La morte laica da Garibaldi a Costa
prefazione di Michel Vovelle
Piero Lacaita Editore
Manduria-Roma-Bari 2000, L. 35.000
In copertina: A. Beltrame, disegno per "La Domenica
del Corriere", 20-27 giugno 1909, in occasione della cerimonia
per la ricorrenza della battaglia di Melegnano, davanti all'Ossario.
Scrive Michel Vovelle nella prefazione:
l'autore "ci conduce in un affascinante percorso sul territorio
della morte, delle sue rappresentazioni e pratiche che
l'accompagnano, dell'immaginario che essa produce, prestando
particolare attenzione alla portata politica che questo riveste
nell'Italia di un XIX secolo che si prolunga fino al 1920".
"Si tratta di un contributo particolarmente originale -
aggiunge Vovelle - apportato ai cantieri storiografici che da un
quarto di secolo sono stati aperti, in Occidente, non soltanto sul
tema generale della morte, ma su quello della memoria, del culto
civico e familiare in una societ� nella quale l'egemonia delle
�lite borghesi si trova sottoposta all'emergenza delle masse e di
quelli che parlano in loro nome, sul fondo d'un 'disincanto' che
contesta il quadro referenziale della religione
tradizionale".
Gesti, scenografie, discorsi, funerali con musiche e bandiere,
facevano da corredo al rifiuto del terrorismo intorno alla fine,
diffondendo un ideale di vita liberata dal pensiero del morire. La
morte laica era, dunque, un discorso intorno alla vita e sul
"come" vivere.
Lo Stato liberale prima, liberi pensatori, radicali, repubblicani e
socialisti poi hanno imposto una cultura della resistenza alla morte
attraverso l'igiene, la difesa dalle fatiche e dai pericoli. La
nostra sensibilit� ne ha ereditato fra l'altro l'idea di
immortalit�, che ha sostituito il concetto tradizionale di aldil�.
L'indagine � stata condotta con un confronto con la storiografia
europea in materia ed esemplificata su Garibaldi, Saffi e Costa. La
prospettiva storica recupera, per questa via, quella soggettivit�
che restituisce all'agire politico una dimensione emozionale,
drammatica e superstiziosa.
<torna
alla pagina precedente
|
|
|