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Archivio > Fondo Lombardi > Inventari online

FONDO LOMBARDI

Inventario Online

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Introduzione
Note biografiche
Inventario



Introduzione

di
Emilio Capannelli

dal volume: L'Archivio Riccardo Lombardi della Fondazione di studi storici "Filippo Turati", a cura di Emilio Capannelli, Regione Toscana - Giunta Regionale 1998.

La documentazione che costituisce l'archivio di Riccardo Lombardi � pervenuta alla Fondazione di studi storici Filippo Turati da due diverse provenienze e in tre distinte fasi; l'archivio infatti originariamente si trovava in parte nell'abitazione di Lombardi stesso, in parte presso i suoi uffici nella sede della direzione nazionale del Psi. Un primo spezzone dell'archivio conservato presso l'abitazione fu donato da Lombardi mentre era ancora in vita, mentre il secondo fu versato dai familiari posteriormente alla sua morte. Sempre posteriormente alla sua morte, sono stati donati alla fondazione anche tutti i documenti che si trovavano presso la direzione nazionale del Psi.

La documentazione compresa nel versamento iniziale, effettuato dallo stesso Lombardi, aveva subito un primo tentativo di inventariazione, che si era interrotto dopo la schedatura di una parte del materiale. Tutta la restante parte della documentazione invece � stata da me trovata cos� come era all'atto della consegna alla Fondazione.
In realt�, solo nella parte conservata presso la direzione era riscontrabile una strutturazione definita, anche se bisognosa di riorganizzazione; la restante parte dell'archivio, fatta salva la documentazione gi� schedata, era conservata in maniera estremamente caotica, essendosi venuta a sedimentare senza che Lombardi avesse potuto o voluto darle una forma di organizzazione anche solo parziale.


Epistolario di Riccardo Lombardi

L'epistolario di Riccardo Lombardi � equamente ripartito tra lettere ricevute e lettere spedite, in quanto egli generalmente conservava le minute delle sue lettere in partenza.

Ma la prima constatazione che balza agli occhi anche di chi semplicemente scorra l'inventario � che la corrispondenza conservata da Riccardo Lombardi, presso la sua abitazione o presso la segreteria del Partito socialista italiano, risale per la massima parte agli anni successivi al 1965. Questo dato di fatto si spiega in parte perch� � da questi anni che il sistema di archiviazione e conservazione dell'epistolario conservato presso la segretaria (che � la sezione pi� consistente del carteggio) assume una fisionomia pi� razionale e organica, ma con ogni probabilit� corrisponde anche a una realt� assai frequente nella storia degli archivi di personaggi e di movimenti politici . Tra le cause di tale stato di cose non ultima era la mentalit� prevalente in chi si occupava di politica, soprattutto ma non solo a sinistra, negli anni del secondo dopoguerra e in quelli successivi. Il timore di violenti ed improvvisi rivolgimenti politici, con il rischio di vedersi sequestrare le proprie carte da chi avrebbe potuto servirsene per fini non certo pacifici, consigliava infatti di distruggere la documentazione non pi� utile ai fini dell'attivit� quotidiana. E' questa una mentalit� che, fuori dal contesto storico che l'ha prodotta, potrebbe sembrare incomprensibile, ma che forse � pi� giustificabile se si tengono presenti i violenti contrasti che si accendevano tra le varie forze politiche, contrasti determinati anche dal quadro politico internazionale, dominato dalla �guerra fredda�, che imponeva lo schierarsi da una parte o dall'altra del conflitto, adottando visioni di tipo manicheistico (mentalit� che tra l'altro Lombardi, come dimostra per esempio il noto contraddittorio con Rodolfo Morandi del gennaio 1949 sul ruolo del Psi nella societ� italiana, era per forma mentis tra i pi� restii ad adottare).

A tale mentalit� si accompagnava beninteso una scarsa attenzione al rilievo storico della documentazione: in una lettera a Lamberto Mercuri Lombardi dichiara di non conservare la propria documentazione per �una vecchia precauzione cospirativa, che successivamente si � tradotta in disinteresse per la memorialistica, almeno per quella personale�; al di l� del fatto che la dichiarazione di non conservare archivio per fortuna non era veritiera, la testimonianza � significativa di un atteggiamento spesso diffuso di sottovalutazione del significato storico delle carte; ad essa spesso si aggiungeva anche l'esistenza di difficolt� oggettive di spazio che costringevano talora a procedere a scarti altrimenti non voluti.
Non si pu� dire con certezza fino a che punto Lombardi sia stato determinato da queste considerazioni nello scegliere di non conservare gran parte della sua documentazione anteriore agli anni Sessanta ma, come ben sa chi opera nel campo della tutela e della valorizzazione degli archivi contemporanei, la presenza di queste motivazioni � una costante che si � troppo spesso ripetuta per essere trascurata; del resto ancora le oscure vicende del luglio 1964 (piano Solo, che prevedeva in caso di attuazione l'arresto dei pi� rilevanti esponenti della sinistra) dimostrarono che il rischio di involuzioni autoritarie non era per niente scongiurato .

Ma occorre ancora aggiungere che senz'altro anche negli anni successivi una parte delle lettere ricevute o scritte non sono state conservate, e la documentazione perduta non era certo di irrilevante interesse: basti pensare all'epistolario scambiato con Francesco De Martino all'epoca del centro-sinistra, da quest'ultimo parzialmente pubblicato (1) e che solo in parte si ritrova nell'archivio di Lombardi.

Comunque il carteggio prodotto dopo la seconda met� degli anni Sessanta � assai pi� consistente, sostanzialmente continuativo e permette pertanto di formare un quadro abbastanza esauriente dell'attivit� politica di Lombardi, personaggio per il vero anomalo nel quadro politico italiano, cos� sensibile generalmente alle attrattive delle cariche e del potere. E questa anomalia si riflette anche nel carteggio, per la relativamente scarsa presenza di quelle richieste di raccomandazioni che, come lamentava Pietro Nenni, opprimevano chi accedeva �alla stanza dei bottoni� (2).

E se Lombardi si muove per accontentare singole richieste, lo fa quando � convinto del fatto che si tratti di difendere interessi legittimi di cittadini danneggiati nei loro diritti (come quando, nel caso di una ex detenuta ad Auschwitz che si era sentita richiedere dalla burocrazia le certificazioni rilasciate nel lager, chiede con indignazione se chi aveva avanzato tale richiesta avesse scambiato Auschwitz per un ameno luogo di vacanza).

Oltre al carteggio pi� squisitamente politico con i grandi personaggi, non solo socialisti (con i quali se mai probabilmente i frequenti contatti personali rendevano inutili intensi rapporti epistolari, con le conseguenze facilmente immaginabili nell'archivio), resta senz'altro interessante il rapporto con i semplici militanti socialisti e pi� in generale della sinistra, con i quali Lombardi instaur� spesso intensi scambi di lettere, durati talora molti anni. E, al di la del pur fondamentale contenuto politico del carteggio, l'epistolario � estremamente rilevante anche ai fini della storia del costume, per esempio per il rapporto che la gente comune tendeva a stabilire con i rappresentanti del potere (e Lombardi, in qualche maniera, data la grande rilevanza della sua figura politica, dalla gente era assimilato ai potenti). Si noti per inciso che moltissime delle lettere ricevute contengono brevi annotazioni di pugno di RL, scritte generalmente per dare indicazioni alla segreteria; talvolta per� vi sono inseriti commenti sul contenuto delle stesse.

Il tipo di impostazione dato all'ordinamento � sostanzialmente quello in base al quale la segreteria di Lombardi ha costituito l'archivio: le lettere vengono a formare varie pratiche �per affare�, si direbbe utilizzando un freddo linguaggio burocratico: all'interno di ogni gruppo le lettere sono strettamente vincolate tra loro dal tipo di argomento che affrontano (un problema personale, una ben precisa questione politica, etc...) per cui pu� darsi la presenza di pi� corrispondenti con scambi epistolari anche incrociati. In tali condizioni, operare altrimenti avrebbe senz'altro stravolto la collocazione stessa delle carte e reso impossibile la loro comprensione; cos�, ad esempio, un ordinamento per corrispondente avrebbe accostato tra loro lettere senza alcun legame logico, separando invece altre lettere, tra loro strettamente vincolate; occorre dire che non sempre l'archiviazione della corrispondenza � stata impeccabile, anzi, spesso sembra potersi dire che gruppi di lettere potrebbero essere unificati proprio per la presenza di un vincolo che le unisce (e nei casi pi� necessari cos� � stato fatto).
Si noti che parte della corrispondenza, quella che dava origine a fascicoli pi� consistenti, era stata archiviata separatamente; per motivi di unitariet� anche questo carteggio � stato fuso con il resto dell�epistolario, segnalando per� in nota che la documentazione costituiva un fascicolo separato.

Per quel che riguarda le modalit� di descrizione delle singole unit�, occorre subito premettere che nel periodo in cui ho iniziato il mio lavoro (e sono trascorsi ormai alcuni anni) ho sentito molto la mancanza di un modello di descrizione che fosse, almeno in Italia, universalmente accettato. Certo trovandosi di fronte ad un tipo di materiale documentario quale � quello moderno (e a maggior ragione di fronte ad un epistolario), cos� variegato e diversificato, � assai difficile trovare una metodologia descrittiva che sia universalmente valida e, nel contempo, permetta di seguire criteri sufficientemente rigidi per avere un tipo di impostazione delle voci costante. Una preoccupazione che ha fortemente condizionato il mio lavoro � stato infatti quello di �normalizzare� tra loro le schede, incontrando per questo numerose difficolt� che un approccio pi� libero avrebbe permesso di superare pi� agevolmente.

Ho comunque tenuto d'occhio alcune precedenti esperienze di inventariazione quale quella di Costanzo Casucci nel suo inventario dell'archivio di Giustizia e libert� (3), mentre, per essere stati pubblicato dopo che avevo gi� definitivamente impostato il lavoro, non mi sono potuto riferire a importanti lavori quali quello sulle carte di Filippo Turati curato da Antonio Dentoni Litta (4).

Pur dando ai dati rilevati una sequenza fissa, per campi in qualche modo predeterminati (anche se la schedatura � stata fatta manualmente, utilizzando solo in un secondo momento un sistema di videoscrittura) ho cercato comunque di dare all�inventario un�impostazione �discorsiva�, per renderne in qualche modo pi� agevole la lettura. Tra le voci descrittive che ho sempre privilegiato, oltre ovviamente al nominativo dei corrispondenti (nel caso di Riccardo Lombardi abbreviato per semplicit� in RL, sigla per il vero sovente usata da lui stesso), sono state le cariche rivestite da essi, naturalmente indicate non a titolo onorifico, ma esclusivamente se risultavano collegate all'argomento della lettera, e quindi utili ad individuarne d'acchito il contenuto; e qui ho dovuto affrontare talune difficolt�, in quanto non sempre le cariche erano compiutamente e correttamente indicate; se provvidenziale in tal senso � risultata la possibilit� di disporre delle guide Monaci per molti degli anni in questione, non sono per� certo di essere sempre riuscito a ricostruirle esaurientemente. Per evitare inutili appesantimenti anche visivi del lavoro, la carica dei corrispondenti per ogni �pratica� � stata indicata una volta sola (la prima). Ho rinunziato meditatamente ad indicare la presenza di eventuali carte intestate, in quanto, se realmente indicative del contenuto delle lettere, tali indicazioni erano comunque sostituite proprio dalla descrizione della carica del corrispondente, mentre altrimenti, quando l'utilizzazione di carta intestata era priva di nesso con le motivazioni che spingevano qualcuno a scrivere, ma semplicemente era determinata dal fatto di avere a disposizione in quel momento quel tipo di carta, sarebbero potute risultate fuorvianti.

Un'altra cosa da sottolineare � che, oltre che a mettere tra parentesi quadre gli elementi non desunti dal contesto della lettera, quando il mittente ha indicato solo il nome o il cognome di Lombardi ho fatto salvo questo particolare mettendo tra parentesi anche la lettera della sigla (R o L) corrispondente all�elemento mancante; questo anche perch� lo ritengo un dato sovente  indicativo del grado di rapporto pi� o meno confidenziale. Per inciso si noti che la quasi assoluta mancanza delle buste (nelle quali ovviamente in generale il nome e cognome risultano compiutamente indicati) ha reso costante l'uso esclusivo del testo della lettera per ricavare i nomi dei corrispondenti.

La cosiddetta data topica, la data cio� della localit� dalla quale � stata spedita la corrispondenza, � indicata quando possibile, senza indicare niente se essa non � conosciuta neanche presuntivamente, mentre in caso di mancanza della datazione cronologica vera e propria ho dato l'indicazione s.d. (senza data), salvo farla seguire, se il caso, dalla data secondo me ragionevolmente presumibile tra parentesi quadre. Non di rado per�, nonostante la mancanza di datazione e degli elementi per poterne evincere gli estremi dal testo, si troveranno corrispondenze non datate, collocate in un punto preciso della sequenza cronologica delle lettere. Questo perch�, dato che, come gi� premesso,  tutto il carteggio conservato presso la segreteria aveva all'atto del versamento alla fondazione Turati una sua disposizione cronologica abbastanza strutturata, ho ritenuto comunque non casuale la collocazione di determinate lettere, e quindi in qualche modo indicativa, magari approssimativamente, della sua datazione.

Qui devo dare un chiarimento; la collocazione dei fascicoli (cos� preferisco chiamare i gruppi di lettere, anche se originariamente non erano condizionati in tal modo) � dato dall'ultima lettera ricevuta o spedita, quella che chiude la �pratica�, a prescindere dalla datazione della prima e delle eventuali lettere successive; per visualizzare pi� immediatamente la sequenza cronologica ho perci� preferito utilizzare una descrizione che va a ritroso nel tempo; per intendersi, come se il consultatore, aprendo il fascicolo, procedesse nella lettura partendo dalla prima lettera che trova e andando avanti in tal modo. Forse a qualcuno tale procedura potr� sembrare eterodossa ma, a mio avviso, risulta alla fine pi� pratica. Sempre per meglio evidenziare la frequenza ho preferito mettere prima l'anno, poi il mese ed infine il giorno.
Nell'indicazione quantitativa ho sempre utilizzato la sigla c. o cc. (carta o carte), anche nel caso di documentazione a stampa (� generalmente il caso degli allegati) ed ho ritenuto utile indicare sempre la tipologia di scrittura del documento: ms. (manoscritto), datt. (dattiloscritto), a stampa o tel. (telegramma), in quanto ritenuta essa stessa indicativa in qualche maniera del grado di formalizzazione del documento (� facile che un amico scriva a mano una lettera, mentre per esempio una lettera ufficiale richieder� la dattiloscrittura). Con qualche dubbio invece ho preferito in linea di massima rinunciare ad indicare costantemente se il documento � in originale od in fotocopia, questo perch� l'archivio � in gran parte successivo all'inizio degli anni '70, periodo nel quale l'estremo perfezionamento delle tecnologie di fotocopiatura ha reso quantomeno problematico, a fronte di un volume di parecchie migliaia di lettere, riuscire con ragionevole frequenza ad individuare tutte le fotocopie, spesso praticamente identiche agli originali. Solo nei casi in cui la presenza di una fotocopia era evidente � stata data segnalazione.

Per quel che riguarda gli allegati, per stabilire se definire un documento come tale o invece descriverlo separatamente, ho utilizzato il principio di ricostruire logicamente se tale documento � entrato fin dall'inizio come allegato nell'archivio di Lombardi (salvo i casi, non frequentissimi, nei quali l'indicazione di allegato era gi� data). Per esemplificare, se un documento, ricevuto da Lombardi da solo, era stato da lui successivamente inviato ad un terzo corrispondente come allegato ad una sua lettera, l'ho ritenuto comunque come un documento a se stante e in tal maniera descritto.
A costo di risultare pedante, proprio per l'esigenza di usare criteri d'impostazione descrittiva rigidi, nel caso di documenti oggettivamente ben pi� rilevanti di quelli ai quali erano allegati (per esempio una nota di carattere politico, trasmessa magari con un biglietto da visita) ho comunque mantenuto valida l'impostazione lettera - allegato, evidenzando tale stato di cose con un'indicazione pi� discorsiva (�per trasmissione dell�allegato�).

Un'altra scelta, sostanzialmente obbligata, � stata quella di non regestare le lettere, neanche quelle da me ritenute pi� importanti; questo prima di tutto per motivi legati alla particolarit� della situazione giuridica dell'archivio, versato con tutta una serie di vincoli sulla consultazione; inoltre la notevole consistenza numerica dell'epistolario avrebbe comunque richiesto, anche per una regestazione selettiva, un ampliamento delle dimensioni dell'inventario che avrebbe finito per rendere ancora pi� difficoltosa la sua gi� non facile lettura.

Infine, al termine del volume segue un indice dei corrispondenti, comprensivo, oltre che dei nominativi delle persone, anche di quelli di organizzazioni politiche, istituzioni culturali, enti economici. Nel caso del Partito socialista ho incontrato alcune difficolt� nel dare la corretta indicazione formale delle strutture, centrali o periferiche, entrate in corrispondenza con Lombardi, anche perch� non sempre mi potevo basare sulla terminologia riscontrata nelle lettere, sovente approssimativa, e dato anche il non infrequente mutamento, anche ma non solo terminologico, della struttura organizzativa del Psi.


Attivit� parlamentare di Riccardo Lombardi

 Questa serie documentaria � strettamente vincolata con la serie successiva degli scritti di Lombardi, in quanto anche essa ne � ovviamente compiuta espressione del pensiero e delle posizioni politica; ci� nonostante, ho deciso di mantenerne la separazione in quanto � una serie che ho trovato gi� precostituita in un'apposita busta. Occorre subito aggiungere per� che talvolta interrogazioni parlamentari sono reperibili all'interno della raccolta degli scritti, e talora nell'epistolario sono presenti i precedenti, se legati ad uno scambio di corrispondenza con persone che per motivi vari erano particolarmente sensibili al problema sollevato nell'interrogazione; motivo per cui di fronte ad un'interrogazione non sar� inutile verificare gli eventuali collegamenti nelle altre serie documentarie.


Scritti, discorsi e interviste di Riccardo Lombardi

La collezione di scritti aveva, per un vasto arco cronologico, gi� una sua precisa fisionomia, in quanto era proprio su tali scritti che si era svolto il lavoro di selezione operato da Simona Colarizi, in stretta collaborazione con Riccardo ed Ena Lombardi, per arrivare alla pubblicazione dei due volumi degli scritti politici (5). Da questo punto di vista, data la riconoscibilit� degli scritti selezionati, � tra l'altro possibile una lettura meditata della collezione, anche tenendo in considerazione le correzioni operate e taluni segni distintivi apposti su di essi, che permettono di ricostruire in qualche modo la visione retrospettiva che Lombardi aveva alla fine degli anni '70 della propria elaborazione teorico-politica.
Per motivi di completezza, e seguendo la falsariga individuabile dall'impostazione data per gli anni precedenti il 1978, la serie � stata da me integrata con quegli scritti e discorsi conservati in archivio che della raccolta non erano enrati a far parte e con quelli posteriori al 1978, fino al 1984, anno della morte di Lombardi. Si tenga presente che alcuni dei discorsi di Lombardi sono presenti anche od esclusivamente nella forma del resoconto, realizzato quasi sempre da un giornalista, con tutti i rischi di deformazione del contenuto che si possono verificare; � il caso ad esempio di alcuni interventi congressuali, generalmente riportati dall'�Avanti!� nei giorni successivi in forma pi� o meno succinta; la presenza di un resoconto � espressamente indicata nell'inventario.

E' appena il caso di dire che tale collezione � ben lontana dall'essere una raccolta completa di tutto quello che Lombardi ha prodotto, a livello di elaborazione teorica, nel corso di quarant'anni di intensa attivit� politica (senza considerare i pochi scritti del periodo precedente, nel quale il bavaglio imposto dal regime fascista agli oppositori aveva ridotto al silenzio anche Lombardi, che pure gi� giovanissimo, nei primi anni '20, aveva iniziato la propria attivit� pubblicistica su �Il Domani d�Italia�, giornale vicino alle posizioni della sinistra cattolica di Guido Miglioli). Basti pensare al gran numero di articoli pubblicati sui quotidiani, in particolare, ma non solo, sull'�Avanti!�, del quale tra l'altro fu direttore per due periodi, nel '48-49 e nel 1963-64; basti pensare ai discorsi parlamentari, pubblicati nelle raccolte ufficiali degli Atti parlamentari.
L'organizzazione cronologica, data appunto all'epoca della formazione della raccolta, � stata da me ovviamente mantenuta accentuandone la scansione con una ripartizione annuale; ove poi dal titolo non risultava possibile evincere sia pur sommariamente il contenuto del testo, ne ho dato una estremamente schematica indicazione, al fine di orientare il lettore; solo per i discorsi congressuali ho preferito non fornire l'abstract, dato il carattere estremamente complesso del loro contenuto e la loro facile accessibilit�, quanto meno sui giornali dell'epoca.

Insieme agli scritti e discorsi ho inserito, sempre assecondando una impostazione gi� data alle carte, le interviste a Lombardi, ivi comprese quelle riportate in forma indiretta dall'intervistatore stesso, definendo in tal caso lo scritto come resoconto di un'intervista. Come e ancor pi� che per i resoconti dei discorsi, si tenga presente che in tale forma essa pu� risultare una meno fedele espressione del pensiero di Lombardi (evento che per la verit� pu� verificarsi anche nel caso di interviste dirette, nel corpo delle quali il testo delle domande dell'intervistatore e quello delle risposte dell'intervistato � pure nettamente diversificato). Anche per questa tipologia documentaria ho preferito utilizzare esclusivamente l'indicazione quantitativa di carta o carte, pur trovandomi in presenza di molto materiale a stampa.

Per quel che riguarda gli appunti, che costituiscono una sottoserie a se stante, occorre dire che dispiace veramente non poterne dare una descrizione almeno un minimo pi� puntuale. Per il loro carattere informale e non mediato dalla necessit� di adattarli ad una pi� o meno ampia diffusione, costituiscono infatti un aspetto particolarissimo e importantissimo dell'elaborazione teorica di Lombardi; ma proprio la loro estrema informalit� e la loro frammentazione hanno determinato una eterogeneit� legata all'improvvisazione della loro stesura (si tratta per lo pi� di brevi considerazioni su argomenti vari).


Documentazione varia conservata da Riccardo Lombardi

La documentazione ivi indicata, oltre ad essere in numerosi casi se non unica per lo meno di difficile reperibilit� ( � il caso di numerosi documenti del periodo resistenziale),  � senz'altro indicativa degli interessi prevalenti in Lombardi nei vari momenti della sua esistenza; il materiale era generalmente conservato alla rinfusa, salvo gruppi di documenti condizionati in fascicoli, per lo pi� costituiti secondo caratteristiche tematiche e che erano talora intitolati, talora senza titolo. Dato che tale materiale era spesso conservato con opuscoli, libri, fasci di ritagli di giornale, si � cercato di selezionare tutto il materiale che in qualche modo, anche se a stampa, poteva essere definito documentario e di descriverlo secondo criteri archivistici e non bibliografici.
Dato inoltre il fatto che la formazione dei fascicoli non � stata sempre costante, forse risultando carente nei momenti di maggiore impegno politico di Lombardi, quando la mancanza di tempo non gli permetteva di raggruppare sistematicamente il materiale selezionato, si � inoltre deciso di completare i fascicoli con quella documentazione che per evidente analogia doveva entrare a farne parte. Il discorso vale anche per la ripartizione in determinate sottoserie (documentazione su RL, documentazione relativa al Partito d'Azione, documentazione relativa alla Resistenza e all'immediato dopoguerra, documentazione relativa al Psi e alla sinistra socialista) che sono state costituite tentando di interpretare la volont� di Lombardi, con un atto soggettivo del riordinatore ma che � stato dallo stesso ritenuto utile a rendere pi� immediatamente leggibile la raccolta e pi� facilmente identificabili le tematiche fondamentali, presenti forse talvolta non del tutto consciamente nella mente di Lombardi.
Per esigenze di spazio il restante materiale, consistente soprattutto in ritagli di giornali privi di un raccordo con un preciso contesto e conservati senza alcun criterio d'ordine (presenti in notevole quantit� nell'archivio), non � stato descritto analiticamente. E' forse questa selezione un'operazione discutibile, ma una descrizione analitica di tutto il materiale sarebbe stata probabilmente eccessivamente dispersiva.

Note:

(1) Cfr. F. De Martino, Un'epoca del socialismo, Firenze. La Nuova Italia 1983
(2) �Sono sommerso dalla pioggia di lettere. Ognuno ha un suo caso personale, un sussidio da chiedere, un posto, la pensione, una raccomandazione� cit. in G. Tamburrano, Pietro Nenni, Bari, Laterza, 1986
(3) Cfr. Archivi del movimento Giustizia e Libert�, inventario a cura di C. Casucci, Roma, Pubblicazioni degli Archivi di Stato, 1969
(4) Cfr. Archivio Turati, inventario a cura di A. Dentoni-Litta, Roma, Pubblicazioni degli Archivi di Stato, 1992
(5) Cfr R. Lombardi, Scritti politici (1945-1978), a cura e con introduzione di S. Colarizi, Venezia, Marsilio, 1978, voll. 2.

dal volume: L'Archivio Riccardo Lombardi della Fondazione di studi storici "Filippo Turati", a cura di Emilio Capannelli, Regione Toscana - Giunta Regionale 1998.

 

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NOTE BIOGRAFICHE

Una biografia completa di Riccardo Lombardi non � stata ancora scritta; tra le poche opere, relative a periodi della sua vita, la migliore, anche se cronologicamente limitato, resta quella di Emanuele Tortoreto (1). Un'altra biografia, pi� estesa nel tempo, � quella di Miriam Mafai (2); altre notizie biografiche sono reperibili nell'Enciclopedia dell�antifascismo e della Resistenza (3). Vi sono poi articoli e saggi incentrati su Lombardi in opere pi� generali sull'azionismo e sulla sinistra socialista, negli atti di convegni ed altre manifestazioni culturali; per tutte si rimanda ad un numero monografico dei �Quaderni del Circolo Rosselli� (4) che, oltre al testo di numerosi interventi commemorativi di personalit� politiche e culturali che con Lombardi ebbero stretti rapporti d'amicizia e collaborazione, contiene sintetiche ma utili notizie biografiche e bibliografiche (5).

Fondamentale � poi la gi� citata selezione degli scritti di Lombardi, per la completa panoramica delle sue posizioni politiche dal 1945 al 1978; l'introduzione di Simona Colarizi, disegnandone a grandi linee l'evoluzione del pensiero, permette di inquadrare i singoli scritti nel loro contesto storico.

Note:

(1) Cfr E. Tortoreto, La politica di Riccardo Lombardi dal 1944 al 1949, Genova, Edizioni di Movimento operaio e socialista, 1972
(2) Cfr M.Mafai Lombardi, Milano, Feltrinelli, 1976
(3) Cfr Lombardi Riccardo in Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza, Milano, La Pietra, 1976, vol. III, pp. 400-401
(4) Cfr Per Riccardo Lombardi, a cura di S. Caretti, �Quaderni del Circolo Rosselli�, 4, 1989
(5) Una sintetica nota biografica � anche in Guida agli archivi di personalit� della cultura in Toscana tra �800 e �900. L�area fiorentina, a cura di E. Capannelli ed E. Insabato, Firenze, Olschki, 1996, ad vocem

dal volume: L'Archivio Riccardo Lombardi della Fondazione di studi storici "Filippo Turati", a cura di Emilio Capannelli, Regione Toscana - Giunta Regionale 1998.

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INVENTARIO (in corso di realizzazione)

Indice delle serie

 

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