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Europeismo o Nazionalismo
Nell'Illuminismo Montesquieu e Voltaire insistono sull'identit�
e sulla centralit� dell'Europa nell'epoca moderna sia sul piano
economico sia su quello politico. La scoperta dell'America leg�
all'Europa l'Asia e l'Africa. L'America forn� all'Europa le
merci necessarie per il commercio con le Indie orientali e i
traffici marittimi con l'Africa furono indispensabili perch�
essa forniva uomini per il lavoro nelle miniere e nei campi
dell'America.
L'Europa divenne il centro dei commerci e raggiunse cos� un
grado di potenza molto elevato superiore anche a quello
dell'Asia. L'unica differenza tra Europa e Asia era che nella
prima c'era la libert� mentre nella seconda c'era dispotismo.
La radice dell'idea d'Europa come terra della libert� nacque
nell'epoca greca perch� l'Europa era sede di governi fondati
sulle leggi a differenza dell'Asia, terra di dispotismo.
Con l'epoca romana si introdusse anche il concetto d'uniformit�
politica, pur nella diversit� e molteplicit� dei popoli
sottomessi a Roma, e questo concetto rimase anche dopo la fine
dell'impero attraverso il diritto romano e l'idea di legalit�
ad esso legata.
Con il Cristianesimo si aggiunse quello d'unit� spirituale e
l'Europa divenne la Cristianit�. La spaccatura portata dalla
Riforma protestante contribu� a sostituire alla unit�
religiosa quella culturale d'Europa: la particolarit�
dell'Europa � quella di essere un "corpus a s�" con
proprie caratteristiche politiche, sociali, culturali e con una
propria tradizione.
Intorno all'XVIII - XIX secolo queste diverse radici vennero
riprese dagli studiosi grazie anche all'Illuminismo. Voltaire,
uno di questi filosofi, riconosce che l'Europa costituisce anche
un'unit� politica, nel senso d'avere principi di diritto
pubblico e di politica, sconosciuti nelle altre parti del mondo
e fra questi il principio d'equilibrio fra gli Stati.
Con l'idea illuminista di sovranit� popolare e, dopo l'avvento
di Napoleone, con l'esigenza di liberazione da un dominio
straniero, si afferma il concetto di Nazione. Questo per�
accade solo nel primo '800 perch� nella cultura dell'antico
regime l'idea che lo Stato dovesse coincidere con una Nazione
era sostanzialmente estranea. L'idea moderna di Nazione si
rafforz� con Rousseau e con la sua concezione dello stato come
espressione di un popolo capace di esprimere una volont�
comune.
Rousseau infatti era contrario all'europeismo e per questo si
contrappone a Montesquieu e a Voltaire. Questa concezione venne
diffusa grazie alla rivoluzione francese e alle guerre
napoleoniche in tutta Europa. Con la diffusione dell'idea di
nazione nacquero molti problemi legati alle due concezioni di
Europa e di Nazione.
In Italia erano presenti due studiosi come Carlo Cattaneo e
Giuseppe Mazzini che avevano idee differenti sulle diverse
concezioni, ma comuni nello spirito della libert� e del
progresso. Cattaneo aveva una concezione federale di Europa
perch� era convinto che la libert� avvicinasse i popoli e li
spingesse ad associarsi in una federazione europea di Stati.
Mazzini invece, esaltava la patria, la nazione ponendola in
connessione strettissima con l'umanit�.
Nell'appello Ai giovani in Italia del 1859 la nazione non era
solamente fine a se stessa ma era anche mezzo per il compimento
del fine supremo, vale a dire l'umanit�. Quest'ultima si
esprimeva nell'Europa per questo il pensiero di Mazzini era
rivolto alla giovane Europa, all'Europa dei popoli. Mazzini dice
anche che ogni popolo ha avuto da Dio una missione,
"l'insieme di tutte quelle missioni compiute in bella
armonia per il bene comune, rappresenter� un giorno la patria
di tutti".
Lo "Sprito delle
Leggi" (1748)
La scoperta dell'America ha intensificato il commercio tra
Europa Asia e Africa. L'Europa al centro del commercio mondiale.
Il commercio interno favorisce quello estero. La religione
cristiana si oppone all'assolutismo e contribuisce alla
felicit� terrena al contrario di quella maomettana.
Secondo Montesquieu l'Europa sarebbe il fulcro del commercio
internazionale; questo perch� grazie alla scoperta dell'America
l'Europa � riuscita ad emergere sugli altri mercati. Infatti
l'America ha fornito all'Europa merce necessaria al suo
commercio con l'Asia, come l'argento, materiale molto usato per
gli scambi di mercato. Oltre all'America anche l'Africa ha
contribuito molto al potenziamento dell'Europa, infatti
dall'Africa arrivano gli schiavi da far lavorare nelle miniere e
nelle piantagioni dell'America.
Questa potenza dell'Europa si nota soprattutto dall'immensit�
delle spese (anche certe volte inutili) che venivano affrontate
in questo arco della storia. Su questo fatto per� non era
d'accordo il padre Duhalde che affermava invece la supremazia
dell'Asia sull'Europa. A questa provocazione Montesquieu
risponde dicendo che questo fatto potrebbe essere anche vero
solo se il commercio estero dell'Europa non facesse aumentare
anche quello interno. Inoltre Montesquieu per concludere dice
che l'Europa svolge anche il commercio ed i traffici marittimi
delle altre tre parti del mondo. Con questo discorso Montesquieu
fa affiorare notevolmente la potenza dell'Europa e soffoca cos�
le inutili proteste fatte dal padre Duhalde.
In questo brano inoltre Montesquieu parla anche della religione
cristiana che secondo lui � molto lontana dal concetto di
dispotismo, essendo una religione mite. Seguendo questa
religione i principi sono pi� uniti al loro popolo e di
conseguenza pi� uomini e disposti ad avvalersi delle leggi, a
differenza di un principe maomettano che incute timore al
proprio popolo.
Al contrario nella religione cristiana esistono principi che
contano sul loro popolo e vengono ammirati e stimati da esso.
Con questo discorso Montesquieu fa notare che la religione
cristiana, preoccupandosi della felicit� nell'altra vita,
contribuisce a rendere migliore anche la vita terrena.
"Spirito delle leggi" di Montesquieu (documento
originale collegato)
Il risultato della scoperta dell'America fu di legare all'Europa
l'Asia e l'Africa. L'America forn� all'Europa la merce
necessaria per il suo commercio con quella gran parte dell'Asia
che si suole chiamare le Indie orientali. L'argento questo
metallo cos� utile al commercio sotto forma di moneta, fu
inoltre la base, come merce di scambio, del commercio pi�
grande dell'universo. Infine i traffici marittimi con l'Africa
divennero necessari, perch� essa forniva uomini per il lavoro
nelle miniere e nei campi dell'America. L'Europa ha raggiunto un
grado cos� elevato di potenza da non trovar riscontro nella
storia, se si considerano l'immensit� delle spese, la grandezza
degli impegni, il numero delle truppe e la continuit� del loro
mantenimento, anche quando sono del tutto inutili e non sono
altro che oggetto di ostentazione.
Il padre Duhalde afferma che il commercio interno della Cina �
maggiore di quello di tutta l'Europa. Ci� potrebbe anche darsi
se il nostro commercio estero non facesse aumentare il volume di
quello interno. L'Europa svolge il commercio e i traffici
marittimi delle altre tre parti del mondo, come la Francia,
l'Inghilterra e l'Olanda svolgono quasi tutto il commercio e la
navigazione dell'Europa. (Libro XXI, cap. XXI) La religione
cristiana � ben lungi dal puro dispotismo poich�, essendo la
mitezza totalmente raccomandata nel Vangelo, essa si oppone al
furore dispotico con il quale il principe si farebbe giustizia
ed eserciterebbe le sue crudelt�. Poich� questa religione
proibisce la pluralit� delle mogli, i principi sono meno
chiusi, meno separati dai loro sudditi, e di conseguenza pi�
uomini; sono pi� disposti a darsi delle leggi e pi� inclini ad
accorgersi che non possono tutto.
Mentre i principi maomettani danno continuamente la morte e la
ricevono, la religione, presso i cristiani, rende i principi
meno timorosi, e di conseguenza meno crudeli. Il principe conta
sui suoi sudditi, ed i sudditi sul principe. Cosa ammirevole! La
religione cristiana, che sembra non avere altro scopo che la
felicit� nell'altra vita, contribuisce a procurarcela anche in
questa (libro XXIV, cap. III)
Le "Lettere
Persiane" (1721)
- Artificiosit� e raffinatezza della vita di Parigi
- Passione di arricchirsi da parte di tutti, a partire dagli
artigiani sino ai signori
- Dinamismo individuale, caratteristiche tipicamente
europee
- Un sovrano per essere potente deve provvedere non solo al
necessario per la vita, ma anche a ogni sorta di
superfluo.
Parigi � una citt� dalla vita artificiosa. L'estensore della
lettera la definisce la pi� sensuale del mondo, in quanto i
piaceri sono i pi� raffinati, ma � anche la citt� in cui si
conduce una vita pi� dura, perch� un uomo per vivere
deliziosamente ha bisogno che altri cento lavorino per lui senza
tregua. Da questa situazione � sorto l�ardore da parte dell�uomo
per il lavoro e per l�arricchimento.
Questa mentalit� domina non solo una persona, ma addirittura
tutta la nazione. A Rhedi, l'altro corrispondente che accusa il
popolo francese di essere effeminato, si risponde che l�accusa
non � valida perch� dovunque non si vede altro che lavoro e se
una nazione non pensasse ad arricchirsi non sarebbe che la pi�
miserabile del mondo e soprattutto la pi� vulnerabile agli
attacchi del nemico.
A conclusione della lettera Montesquieu afferma che il sovrano
per essere potente deve sostenere il popolo procurando non solo
ci� che serve alla vita, ma �ogni sorta di superfluo� per
il suo benessere.
Dalle "Lettere
persiane" (1721)
(testo originale collegato)
[�] Parigi � forse la citt� del mondo pi� sensuale e
dove i piaceri sono pi� raffinati; ma � forse quella in cui si
conduce una vita pi� dura. Perch� un uomo possa vivere
deliziosamente, bisogna che cento altri lavorino senza tregua [�]
Quest'ardore per il lavoro, questa passione di arricchirsi passa
di condizione in condizione, dagli artigiani ai signori. Nessuno
ama esser pi� povero di colui che ha visto immediatamente
dietro di s�. Voi vedete a Parigi un uomo che ha da vivere fino
al giorno del giudizio, lavorare senza posa e correr rischio di
abbreviarsi la vita per ammassare, dice lui, di che vivere. Il
medesimo spirito domina la nazione: noi non vediamo che lavoro e
industria; dove � dunque questo popolo effeminato del quale mi
parli tanto? Immaginiamo, Rhedi, che in uno Stato siano
tollerate solamente quelle arti, e sono numerose, che sono
necessarie alla coltivazione delle terre e che si escludano
quelle che servono solamente ai godimenti e alla fantasia;
ebbene, questo Stato sarebbe il pi� miserabile del mondo.
Quando gli abitanti avessero tanto coraggio da fare a meno di
tante cose necessarie ai loro bisogni, il popolo deperirebbe
ogni giorno di pi� e lo Stato diventerebbe cos� debole, che
non vi sarebbe piccola potenza incapace di conquistarlo. [�]
Onde bisogna concludere, o Rhedi, che un sovrano per essere
potente deve procurare che i suoi sudditi vivano nelle delizie;
bisogna ch'egli si adoperi affinch� non manchi loro non
solamente ci� che � necessario alla vita, ma anche ogni sorta
di superfluo.
(lettera CVII) Fonte: Montesquieu, Lettere persiane, versione di
Gildo Passini, Roma, A. F. Formiggini Editore, 1922.
"Il secolo
di Luigi XIV", di Voltaire
L�Europa cristiana viene vista come una specie di grande
repubblica divisa in pi� Stati, tutti pressappoco simili
- Questi Stati hanno tutti gli stessi principi di diritto
pubblico e di politica sconosciuti nelle altre parti del
mondo.
- In base a questi princ�pi abbiamo la garanzia che i
prigionieri non sono fatti schiavi, gli ambasciatori nemici sono
rispettati
- Gli stati europei praticano una sola politica per mantenere un
eguale equilibrio di potere fra loro attraverso continue
negoziazioni e ambascerie (la diplomazia), ma anche attraverso
spie che possono dare l�allarme a tutta Europa nel caso di
invasione.
"Il secolo di
Luigi XIV" (1738-51)
(documento originale collegato).
L�Europa supera in ogni campo le altre parti del mondo [�].
[Si pu�] vedere l�Europa cristiana (ad eccezione della
Russia) come una specie di grande repubblica divisa in pi�
Stati, gli uni monarchici, gli altri misti, alcuni
aristocratici, altri popolari: ma tutti press�a poco simili,
avendo tutti uno stesso fondo di religione, sebbene diviso in
pi� s�tte; e tutti hanno gli stessi princ�pi di diritto
pubblico e di politica, sconosciuti nelle altre parti del mondo.
� in base a questi princ�pi che le nazioni europee non fanno
schiavi i loro prigionieri, e rispettano gli ambasciatori dei
loro nemici, e riconoscono la supremazia e i diritti di certi
principi, come dell�imperatore, dei re e degli altri meno
potenti, e soprattutto si accordano, nella saggia politica di
mantenere tra loro, nel limite del possibile, un eguale
equilibrio di potere, impiegando continuamente le negoziazioni,
anche nel mezzo di una guerra, e mantenendo gli uni presso gli
altri ambasciatori o, meno onorevolmente, spie, che possono
tutti sovvertire il corso dei piani di uno solo, dare
contemporaneamente l�allarme a tutta Europa e garantire i pi�
deboli nel caso di invasioni che il pi� forte � sempre pronto
a intraprendere. (Prefazione) [�] Si � visto che una
repubblica letteraria si era insensibilmente stabilita in
Europa, nonostante le guerre, e nonostante le diversit� di
religione. Tutte le scienze, tutte le arti hanno cos� goduto di
scambievoli aiuti; le accademie han creato tale repubblica. La
letteratura ha unito l�Italia colla Russia; gl�inglesi, i
tedeschi, i francesi andavano a studiare a Leida. Il celebre
medico Bourhave veniva consultato a un tempo e dal papa e dallo
zar. I suoi migliori allievi attiravano allo stesso modo gli
stranieri, e son diventati in certa guisa i medici delle
nazioni: i veri scienziati, in ogni ramo del sapere, hanno
stretto i legami di quella grande societ� degli spiriti,
dappertutto diffusa, e dappertutto indipendente. Tale carteggio
dura ancora, ed � una delle consolazioni dei mali che l�ambizione
e la politica procurano all�umanit�. [...] Siam debitori di
tali progressi a un piccol numero di saggi e di gen� apparsi in
alcune regioni d�Europa, quasi tutti per lungo tempo oscuri, e
spesso perseguitati; essi hanno rischiarato e consolato la terra
mentre le guerre la desolavano. In altre opere si posson trovare
gli elenchi di tutti coloro che hanno illustrato la Germania, l�Inghilterra,
l�Italia. Uno straniero sarebbe forse poco adatto per
apprezzare il merito di quegli uomini illustri; basti qui d�aver
mostrato che, nel secolo scorso, gli uomini, da un capo all�altro
d�Europa, hanno acquistato pi� lumi che in tutte le et�
precedenti.
(cap. XXXIV) Fonte: Voltaire, Il secolo di Luigi XIV, traduzione
di Umberto Morra, Torino, Einaudi, 1951 (ora nei
Tascabili).
"Per
la pace perpetua" di Immanuel Kant
- Il diritto internazionale deve fondarsi sopra una federazione
di liberi Stati.
- Differenza tra il concetto di federazione di popoli e Stato di
popoli.
- Ogni Stato dovrebbe uscire dalla sua forma selvaggia.
- Il sovrano vuole accrescere il numero dei sudditi per avere
pi� strumenti in guerra.
- La forte morale dell� uomo porta la parola
"diritto" in tutti gli Stati.
- Distinzione tra la "lega di pace" e il "patto
di pace".
- Rinunciare alla selvaggia libert� per formare uno Stato di
popoli
- Il diritto internazionale deve fondarsi sopra una federazione
di liberi Stati.
- Non bisogna confondere una federazione di popoli con uno Stato
di popoli; poich� dobbiamo considerare il diritto dei popoli
tra loro in quanto essi costituiscono altrettanti Stati diversi
che non devono confondersi in un solo e unico Stato.
- Ogni uomo preferisce essere libero rimanendo allo stato
selvaggio piuttosto che sottoporsi ad una coazione legale
- Ogni popolo civile dovrebbe uscire dallo stato degradante di
selvaggio. Anche gli Stati europei, che pur si distinguono dai
selvaggi per la loro civilt�, non si sottopongono ad una
coazione legale esterna per vivere in concordia poich� ogni
sovrano cura il proprio potere e preferisce accrescere il numero
dei suoi sudditi per aumentare la quantit� di strumenti da
usare in guerra.
La differenza tra i selvaggi d�America ed i
"selvaggi" d�Europa consiste nel fatto che i primi
divorano i propri nemici mentre i secondi li usano per
accrescere il loro potere. Attraverso lo spirito filosofico e
diplomatico, testimoniato da uomini celebri, possiamo vedere che
nell�uomo si riscontra una morale talmente forte, anche se
assopita, da essere destinata a prendere il sopravvento sopra il
principio del male, e a portare cos� la parola
"diritto" in tutti gli Stati. - Bisogna saper
distinguere tra la "lega della pace" (foedus pacificum)
e il "patto di pace" (pactum pacis) perch� quest�ultimo
pone termine a una singola guerra, mentre il primo a tutte le
guerre e per sempre. Gli Stati che vogliono stare tra loro in
rapporto reciproco e costante devono rinunciare alla selvaggia
libert�, sottomettendosi a delle leggi pubbliche coattive, per
formare uno Stato di popoli che si estenda per tutta la
terra.
"Idea di
una storia universale dal punto di vista
cosmopolitico" (1784), di Immanuel Kant
(documento originale collegato)
TESI QUINTA - Il pi� grande problema alla cui soluzione la
natura costringe la specie umana � di pervenire ad attuare una
societ� civile che faccia valere universalmente il diritto.
Poich� solo nella societ�, e precisamente in quella societ�
in cui si attui, da un lato, la massima libert�, e quindi un
generale antagonismo dei suoi membri e, dall�altro, la pi�
rigorosa determinazione e sicurezza dei limiti di tale libert�
affinch� essa possa coesistere con la libert� degli altri:
poich�, ripeto, solo in una societ� siffatta il supremo fine
della natura, cio� lo sviluppo di tutte le facolt�, pu�
essere nell�umanit� raggiunto, la natura vuole ancora che l�umanit�
debba attuare da s� cos� questi come tutti gli altri fini
della sua destinazione. Perci� una societ�, in cui la libert�
sotto leggi esterne vada congiunta nel pi� alto grado possibile
con un potere irresistibile, cio� con una costituzione civile
perfettamente giusta, � il compito supremo della natura nei
riguardi della specie umana.
[...] TESI SETTIMA - Il problema di instaurare una costituzione
civile perfetta dipende dal problema di creare un rapporto
esterno tra gli Stati regolato da leggi, e non si pu� risolvere
il primo senza risolvere il secondo. La natura [...] mediante la
guerra, mediante gli armamenti sempre pi� estesi e non mai
interrotti, per la miseria che da ci� deriva a ogni Stato anche
in tempo di pace, sospinge a tentativi dapprima imperfetti, e da
ultimo, dopo molte devastazioni, rivolgimenti, e anche per il
continuo esaurimento interno delle sue energie, spinge a fare
quello che la ragione, anche senza cos� triste esperienza,
avrebbe potuto suggerire: cio� a uscire dallo Stato eslege di
barbarie ed entrare in una federazione di popoli, nella quale
ogni Stato, anche il pi� piccolo, possa sperare la propria
sicurezza e la tutela dei propri diritti non dalla propria forza
o dalle proprie valutazioni giuridiche, ma solo da questa grande
federazione di popoli (foedus amphictyonum), da una forza
collettiva e dalla deliberazione secondo leggi della volont�
comune.
Fonte: Immanuel Kant, La pace, la ragione e la storia, a cura di
Mario Albertini, traduzione di Gioele Solari e Giovanni Vidari,
Bologna, Il Mulino, 1985,pp. 24-7.
"Per
la pace perpetua. Progetto filosofico" (1795-96)
(documento originale collegato)
Lo stato di pace tra gli uomini assieme conviventi non �
affatto uno stato di natura (status naturalis). Questo �
piuttosto uno stato di guerra, nel senso che, se anche non vi
sono sempre ostilit� dichiarate, � per� continua la minaccia
che esse abbiano a prodursi. Dunque lo stato di pace dev�essere
istituito, poich� la mancanza di ostilit� non significa ancora
sicurezza.
[...] Secondo articolo definitivo per la pace perpetua: "Il
diritto internazionale deve fondarsi sopra una federazione di
liberi Stati".
[...] Questa sarebbe una federazione di popoli, ma non dovrebbe
per� essere uno Stato di popoli. In quest�ultima idea vi
sarebbe una contraddizione, poich� ogni Stato implica un
rapporto di un superiore (legislatore) con un inferiore (colui
che obbedisce, cio� il popolo), mentre molti popoli in uno
Stato costituirebbero un sol popolo, ci� che � contrario al
presupposto (poich� qui dobbiamo considerare il diritto dei
popoli tra loro in quanto essi costituiscono altrettanti Stati
diversi e non devono confondersi in un solo e unico Stato). Come
l�attaccamento dei selvaggi alla loro libert� senza legge,
che li spinge a preferire di azzuffarsi di continuo tra loro
piuttosto che sottoporsi a una coazione legale da loro stessi
stabilita, a preferire una folle libert� a una libert�
ragionevole, noi lo riguardiamo con profondo disprezzo e lo
consideriamo barbarie, rozzezza, degradazione brutale dell�umanit�,
cos� si dovrebbe pensare che i popoli civili (di cui ognuno
forma uno Stato per s�) dovrebbero affrettarsi ad uscire al
pi� presto possibile da uno stato cos� degradante. Al
contrario ogni Stato ripone piuttosto la sua maest� (poich�
maest� del popolo � un�espressione insulsa) nel non
sottoporsi a coazione legale esterna di sorta, e lo splendore
del sovrano si fa consistere nell�avere al suo comando, senza
che egli stesso si esponga al pericolo, molte migliaia di uomini
pronti a sacrificarsi per una causa di cui ad essi non importa
nulla. La differenza tra i selvaggi dell�Europa e quelli dell�America
consiste soprattutto in questo: che in America alcune trib� di
selvaggi sono state interamente divorate dai loro nemici, mentre
gli europei, meglio che divorarli, sanno sfruttare i loro nemici
vinti e preferiscono accrescere con essi il numero dei loro
sudditi e quindi la quantit� di strumenti per guerre ancora
pi� vaste.
[...] Sono ancora sempre candidamente citati, a giustificazione
di una guerra di aggressione, Ugo Grozio, Pufendorf, Vattel e
altri (i quali non sono che assai deboli incoraggiatori),
sebbene il loro codice, redatto con spirito filosofico e
diplomatico, non abbia o anche solo possa avere la minima forza
legale (poich� gli Stati come tali non sono sottoposti a una
coazione esterna comune) e non si dia l�esempio di uno Stato
che sia mai stato indotto a desistere dal suo proposito da
argomenti avvalorati da testimonianze di uomini tanto celebri.
Questo omaggio, che ogni Stato rende (almeno a parole) all�idea
di diritto, dimostra che si riscontra nell�uomo una
disposizione morale pi� forte, anche se presentemente assopita,
destinata a prendere un giorno il sopravvento sopra il principio
del male che � in lui (cosa che egli non pu� negare) e a
fargli sperare che ci� avvenga anche negli altri, poich�
altrimenti la parola diritto non verrebbe mai sulla bocca degli
Stati che vogliono arrendersi, se non per prendersi gioco di
essa, come quel principe gallo che affermava: "�
privilegio che la natura ha concesso al pi� forte sul pi�
debole, che questo debba a quello obbedire".
[...] La ragione, dal suo trono di suprema potenza morale
legislatrice, condanna in modo assoluto la guerra come
procedimento giuridico, mentre eleva a dovere immediato lo stato
di pace, che tuttavia non pu� essere creato o assicurato senza
una convenzione di popoli. Di qui la necessit� di una lega di
natura speciale, che si pu� chiamare lega della pace (foedus
pacificum), da distinguersi dal patto di pace (pactumpacis) in
ci�: che quest�ultimo si propone di porre termine
semplicemente a una guerra, quello invece a tutte le guerre e
per sempre.
[...] Per gli Stati che stanno tra loro in rapporto reciproco
non vi � altra maniera razionale per uscire dallo stato
naturale senza leggi, che � stato di guerra, se non rinunciare,
come i singoli individui, alla loro selvaggia libert� (senza
leggi), sottomettersi a leggi pubbliche coattive e formare uno
Stato di popoli (civitas gentium), che si estenda sempre pi�,
fino ad abbracciare da ultimo tutti i popoli della terra.
Fonte: Immanuel Kant, op. cit., Sezione seconda,pp. 105
-13.
Italia e
Europa nel Pensiero di Mazzini
Mazzini porta nell�ottocento il concetto di dovere, quello di
costruire una nazione. Nel saggio "Fede e Avvenire",
Mazzini, partendo dalla visione religiosa di un Dio unificatore
e creatore prospetta una nuova legge morale fondata sulla
associazione e sulla solidariet�. Dio ha dato a ciascun uomo
una coscienza rivolta alla costruzione della nazione, unico
mezzo del progresso civile. Si tratta di una missione di
fratellanza che spetta a ciascun uomo per un'unica unione.
Il dovere di ogni nazione � quella di creare un�unione tra le
varie nazioni, vista come un�associazione di popoli. Tale
unione di popoli per Mazzini � possibile perch� egli crede in
un unico Dio, motore dell�esistenza, in un�unica legge
immutabile che lega tutte le persone e quindi nella " Santa
Alleanza dei Popoli", determinata dalla libert� e dall�uguaglianza.
"Fede e Avvenire",
di G. Mazzini
(documento originale collegato)
L�elemento religioso � universale, immortale:
universalizza e collega�Per esso si fonda l�associazione
�Noi salutiamo�quell�immenso avvenire, la cui leva avr� a
punto di appoggio la Patria, per fine l�Umanit�, quando i
popoli stringeranno un patto comune e definiranno fratelli la
missione di ciascuno nel futuro, l�ufficio che spetta a
ciascuno nell�associazione generale, governata da una legge
per tutti, da un Dio per tutti. Spetta a noi d�affrettare il
momento in cui la campana a stormo dei popoli, la Rivoluzione,
convocher� una Convenzione che sia un vero Concilio generale
�Noi crediamo in un Dio solo, autore di quanto esiste,
Pensiero vivente, assoluto
...Crediamo in un�unica Legge immutabile
�Crediamo nell�Umanit�, ente collettivo e continuo nella
quale si manifesta pi� che altrove il pensiero di Dio sulla
terra.. Crediamo nella Associazione come nella sola via
esistente di perfezionamento.. Crediamo nella Santa Alleanza dei
popoli, come quella che � la pi� vasta formula di associazione
possibile nell�epoca nostra, nella libert� e nella
uguaglianza dei popoli senza le quali non ha vita associazione
vera, nella �nazionalit�, ch�� la coscienza dei popoli
e che assegnando ad essi la loro parte di lavoro nell�associazione,
il loro ufficio nell�umanit�, costituisca la loro missione
sulla terra, cio� la loro individualit� senza la quale non �
possibile libert� n� uguaglianza, nella santa �Patria�
culla della nazionalit�, altare.per gli individui che
compongono questo popolo.
Fede e avvenire, G. Mazzini, 1853
"Gli
Stati Uniti d'Europa".
Carlo Cattaneo letto da Arturo Momigliano
Per Cattaneo la sola forma di unit� tra popoli liberi � il
patto federale "Io non spero mai nella nuda unit�; per me
la sola possibile forma di unit� tra popoli � un patto
federale", nella convinzione che la libert� avvicina i
popoli e li spinge ad associarsi.
Secondo Momigliano il principio federale di Cattaneo doveva
unire l'Europa tramite il principio morale dell' uguaglianza e
della libert�. Per Cattaneo quando le nazioni tendono ad
avvicinarsi, ad avere qualcosa in comune, il commercio, le
leggi, la scienza; devono iniziare a mettere da parte le vecchie
discordie e stringere un patto di fratellanza, sottomettendosi
ad un unico codice di un'unica giustizia. Il testo presenta il
pensiero di Cattaneo ed in particolare la sua concezione
federale per l�Europa.
La soluzione del problema italiano, per i federalisti
repubblicani, come per i mazziniani unitari, comporta la
soluzione del problema della libert� per tutta Europa. Nella
convinzione che la libert� avvicina i popoli e li spinge ad
associarsi, Cattaneo sostiene la scelta federale, garanzia di
libert�, e scrive nel 1860 in una lettera ad un amico
siciliano: �Io non spero mai nella nuda unit�; per me la sola
possibile forma di unit� tra liberi popoli � un patto
federale. Il potere deve essere limitato e non pu� essere
limitato se non dal potere�. (pag.48) Commenta Momigliano: �L�associazione
delle nazioni non era che l�estensione del principio federale
che doveva annodare le nazioni, non con l�unit� materiale del
dominio, ma col principio morale dell�uguaglianza e della
libert�(pag. 53)
Scrive Cattaneo sul giornale Il Cisalpino nel 1948: �No,
quando le nazioni tendono d�ogni parte verso la comunanza dei
viaggi, dei commerci, delle scienze, delle leggi; quando il
vapore trae sulle terre e sui mari moltitudini nel nome della
fratellanza e della pace; quando la parola vibra veloce nei fili
elettrici da un capo all�altro dei continenti� � tempo che
le discordi tradizioni delle genti si costringano ad un patto di
mutua tolleranza e di amicizia, si sottomettano ad un codice di
un�unica giustizia�� (pag. 54)
In questa alleanza consistono gli Stati Uniti d�Europa.
C. Cattaneo e gli Stati Uniti d�Europa di F. Momigliano, F.lli
Treves, Editori 1919
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