L'ANTIFASCISMO
Trovatosi
subito in
conflitto
irriducibile col fascismo, che proprio
nell'ottobre del 1922 era salito al potere con la marcia su Roma, il
giovane avvocato Pertini divenne ben presto il bersaglio di ripetute
violenze squadriste. Nel 1924, dopo il barbaro assassinio di
Giacomo Matteotti da parte dei fascisti, iscrisse
al PSU.
All'indomani
del delitto Matteotti, Pertini inizi� un'intensa attivit� di lotta
contro il fascismo. Il suo studio di avvocato a Savona venne pi�
volte distrutto, egli stesso fu bastonato in pi� occasioni dagli
squadristi.
Il 22 maggio 1925, Pertini venne arrestato
a Stella per aver
distribuito il foglio clandestino
Sotto
il barbaro dominio fascista. Negli articoli pubblicati in quell'opuscolo e
rivendicati da Pertini come propri venivano posti in rilevo le
responsabilit� della monarchia verso il perdurare del regime
fascista e delle sue illegalit� e violenze.
Accusato di "istigazione all'odio tra le classi sociali"
(art. 120 del Codice Zanardelli), oltre che dei reati di stampa
clandestina, oltraggio al Senato e lesa prerogativa della
irresponsabilit� del re per gli atti di governo, Pertini, sia
nell'interrogatorio dopo l'arresto sia di fronte al procuratore del
re, sia durante l'udienza pubblica davanti al Tribunale di Savona,
rivendic� il proprio operato assumendosi ogni responsabilit� e si
disse disposto, qualunque fosse la condanna inflittagli, a
proseguire nella lotta antifascista e per il socialismo e la libert�.
Il 3 giugno di quello stesso anno fu condannato a otto mesi di
detenzione e al pagamento di una ammenda per i reati di stampa
clandestina, oltraggio al Senato e lesa prerogativa regia ma fu
invece assolto per l'accusa di istigazione all'odio di classe.
Liberato dopo il vittorioso appello del suo difensore, G.B. Pera,
Pertini prosegu� nella sua lotta.
Il 9 giugno 1925, alla vigilia dell'anniversario del delitto
Matteotti, con l'aiuto di alcuni operai, Pertini riusc� ad
appendere sotto la lapide che alla fortezza di Savona ricordava la
progionia di Giuseppe Mazzini una corona con un nastro rosso e la
scritta "Gloria a Giacomo Matteotti".
Le violenze e le bastonature fasciste proseguirono con maggiore
violenza. La pi� grave, nell'estate del 1926, lo costrinse al
ricovero all'ospedale.
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