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Il
dopoguerra in Europa
Il giudizio prevalente nella manualistica esaminata, sia
italiana che estera, relativamente alla situazione dell�Europa
al termine della Seconda guerra mondiale � oggi abbastanza
concorde.
Cos� � sintetizzato in DPCC: Il conflitto modific�
radicalmente la gerarchia politica degli Stati, collocando in
primo piano sulla scena internazionale gli Stati Uniti e l�Unione
Sovietica [�] e accentuando il declino dell�Europa
indebolita e instabile [�]. L�Europa si trasform� cos� da
soggetto in oggetto della grande politica mondiale, il cui
destino pass� nelle mani delle due superpotenze coloniali�
(p.349-350).
La situazione europea, in questo senso, corrispondeva alla
divisione del mondo �in due blocchi contrapposti: quello
occidentale, guidato dagli Stati Uniti, caratterizzato da un�economia
capitalista e da un�organizzazione politica liberale; quello
comunista, guidato dall�Unione Sovietica, caratterizzato da un�economia
controllata dallo stato e da un�organizzazione politica
totalitaria� GRS, p. 339 (Anche se ci sono
eccezioni che lo stesso manuale considera: sono citate la
Svezia, la Svizzera, l�Austria, l�Albania, la
Iugoslavia).
In questa prospettiva Patto Atlantico e Patto di Varsavia sono
generalmente presentate come alleanze speculari e contrapposte.
Alcuni manuali vedono cos� passare in secondo piano le tensioni
ideali che avevano caratterizzato la guerra contro il fascismo e
il nazismo.
Cos� GSV: Mentre all�Est l�edificazione e la
conservazione dei regimi comunisti si realizzarono a prezzo di
sanguinose repressioni e di interventi armati, in Occidente si
ebbe il paradosso di un�America, gi� paladina della
democrazia e dell�autodeterminazione dei popoli, che si
trov�, in nome della difesa del �mondo libero�, ad appoggiare
anche regimi autoritari. Con minor determinismo, un giudizio
sostanzialmente analogo � in D: La Guerra Fredda fu il
risultato non soltanto della sfiducia reciproca. Il confronto
che si svolse dal 1947 al 1980 non era un processo inevitabile
venuto fuori da idee e sistemi politici contrapposti. Le cause
si trovano nelle occasioni lasciate cadere dopo la vittoria
sulla Germania e sul Giappone.
Perch� per� furono lasciate cadere le occasione di una
cooperazione? Con la capitolazione della Germania e del Giappone
l�ordinamento mondiale del periodo tra le due guerre fu
distrutto. La Germania, come grande potenza al centro dell�Europa,
era tramontata, ma anche le vecchie potenze europee, Francia e
Inghilterra, non erano pi� i fattori decisivi della grande
politica. Certamente appartenevano ai vincitori, ma non potevano
pi� esercitare nessuna politica da grande potenza. Gli stati
europei divengono oggetto di politica mondiale. La situazione
era diversa da quella dopo la prima guerra.
I lineamenti del nuovo ordinamento furono stabiliti da entrambe
le potenze guida del sistema internazionale del periodo tra le
due guerre: gli USA e l�URSS. In realt�, questa divisione fu
il frutto di una serie di atti successivi e il suo carattere
precostituito �, in linea teorica, generalmente escluso. Il
fatto che essa risalga alle decisioni prese nella Conferenza di
Jalta � cos� considerato da GRS (p. 300) �luogo
comune�; PV sottolinea che a Jalta fu decisa la spartizione
della Germania, mentre �sulla Polonia l�accordo non si
trov� (p. 247). Una lettura molto ampia di questo accordo
che � generalmente posto all�inizio della divisione in
blocchi � proprio nel manuale della Polonia, paese che rimase
particolarmente schiacciato dagli interessi delle due
superpotenze, dove si ha una valutazione storiografico-politica
assai complessa: Alcuni storici fanno notare che a Jalta si
svolse una conferenza non �dei tre�, ma dei �due e mezzo�.
In effetti la Gran Bretagna, anche se vittoriosa, aveva un ruolo
minore rispetto agli Stati Uniti e all�URSS. Si andava in
direzione di un mondo a due potenze. Per molti anni la
storiografia ufficiale polacca ha sostenuto che la conferenza di
Jalta aveva stabilito un �nuovo ordine democratico� a
livello mondiale, mentre in maniera rumorosa la storiografia
occidentale e quella dell�emigrazione ha affermato che la
conferenza aveva deciso della divisione dell�Europa in sfere d�influenza,
�consegnando� la Polonia e tutta l�Europa ad est dell�Elba
nelle mani dell�unione Sovietica.
Al passaggio fra gli anni settanta e gli anni ottanta quelle
interpretazioni si sono rovesciate in modo paradossale. Il
movimento di storiografia e pubblicistica storica indipendente
dal potere, che iniziava allora a svilupparsi, metteva in
rilievo come le decisioni di Jalta sulle �libere elezioni�,
sul diritto dei popoli alla �scelta del sistema politico�
non fossero poi state rispettate e, a sua volta, la propaganda
ufficiale iniziava a ribadire che �il sistema di Jalta �
immodificabile2, il che doveva significare che la Polonia era
condannata ad una sovranit� dimezzata e che i tentativi di
rendersi indipendenti dall�URSS erano da considerarsi un
tentativo di rovesciare le fondamenta dell�ordine postbellico
stabilito a Jalta. (p.285).
Anche la Jugoslavia fu nell�occhio del ciclone. YU ci
presenta la posizione jugoslava del dopoguerra come animata
dalla volont� di continuare �la collaborazione tra tutti i
paesi socialisti, ma rispettare la politica di ogni paese� (p.
149). �Il Cominform � continua il manuale � aveva il
compito di aiutare lo scambio di esperienze dei vari partiti
comunisti nella lotta contro l�imperialismo, ma fu subito
chiaro che Stalin, attraverso il Cominform, voleva aumentare il
proprio dominio�. Si arriva cos� alla rottura del �48.
Dapprima �si accentu� la pressione di Stalin verso il partito
comunista jugoslavo con una serie di lettere in cui lo si
accusava apertamente di abbandonare il marxismo e di agire in
modo non corretto con l�URSS�. Poi, il ritiro degli esperti
sovietici, l�annullamento dei trattati economici e militari,
fino alla conferenza di Bucarest a cui gli jugoslavi non
mandarono rappresentanti e dove fu sancita la rottura. Tito
sar� da allora l�alfiere dei paesi non allineati.
La questione pi� emblematica della divisione dell�Europa del
dopoguerra � quella della Germania. La divisione di questo
paese � generalmente considerata inevitabile. Eppure, anche in
questo caso, una gradualit� � sottolineata in D Le cause della
divisione della Germania si trovavano dopo il 1945 negli scopi
non concordati insieme e negli interessi delle potenze
occidentali e dell�Unione sovietica nel disegno della Guerra
Fredda che presto si sarebbe affermata. La distruzione dell�alleanza
di guerra cominci� gi� alla Conferenza di Potsdam. Che questo
sviluppo dovesse portare alla fine alla formazione di due stati
tedeschi nel �45 non era chiaro neppure alle potenze
vincitrici. La politica oscillava tra cooperazione e conflitto e
condusse solo per gradi successivi alla divisione della
Germania. (La strada verso la fondazione di due stati tedeschi,
pag. 293)
Sul problema della denazificazione, � interessante la
valutazione del processo di Norimberga. PV considera l�operazione
dotata di �basi morali solide, ma basi giuridiche fragili�
(p. 251). Particolarmente interessanti le informazioni di D,
che sottolineano come l�esito di Norimberga fu ben poco
rispetto a quello che in Germania si � fatto poi, quasi a voler
sottolineare la capacit� dei tedeschi di liberarsi del passato.
La denazificazione valeva in tutte e quattro le zone come
premessa per la partecipazione dei tedeschi alla responsabilit�
politica. Il primo passo fu la messa al bando del Partito
nazionalsocialista, di tutte le organizzazioni ad esso connesse,
come pure l�arresto e l�internamento dei quadri di partito,
come i capi delle SS e i funzionari direttivi. Un importante
passo verso la denazificazione fatto dagli alleati fu il
processo di Norimberga (autunno �45-autunno �46) contro i
principali criminali di guerra. L�accusa era per delitti
contro l�umanit� e la pace e per delitti di guerra. Il
tribunale condann� 12 dei 22 accusati alla pena di morte. Tra
essi c�erano anche Hermann Goring, Martin Bomann, Joachim Von
Ribbentrop; sette furono condannati con l�arresto, tre
prosciolti.Seguirono altri processi ai criminali di guerra.
Nelle zone occidentali 5.133 persone furono accusate [�];
nella zona di occupazione sovietica [12.807] e 118. I tribunali
tedeschi nella RFT e nella DDR condannarono al 1965 circa 24.000
persone. Pi� difficile risult� la denazificazione del servizio
pubblico, dell�economia e della popolazione in generale. p.
290.
Il quadro ci � sembrato in parziale contraddizione con quest�altro
brano che parla del clima culturale e politico della Germania
nel dopoguerra Allontanamento dalla politica Predominanza del
privato significava un secondo ritiro dalla societ� e dalla
politica. Dopo le esperienze del nazionalsocialismo, molti non
volevano pi� sapere di politica. Questo valeva per le persone
pi� anziane che coscientemente o incoscientemente si sentivano
colpevoli della catastrofe tedesca, per i pi� giovani che si
sentivano colpevoli di tradire il loro idealismo. L�attesa di
una occupazione di lunga durata rafforz� la rassegnazione
politica, l�apatia. Le vecchie mentalit� di obbedienza verso
i superiori e di apoliticismo continuarono cos� a vivere sotto
nuova forma. Riuscire nella vita privata, migliorare la
situazione personale, costruirsi un�esistenza sicura: questi
erano gli orientamenti dominanti nel periodo post-bellico. L�allontanamento
dalla politica poteva anche significare dedizione alla cultura.
Per la verit� ci fu un risveglio culturale e il tentativo di
confrontarsi onestamente con le cause della dittatura
nazionalsocialista. Gi� nel �45 fu pubblicato Lo stato delle
SS, di Eugen Cogon, ex prigioniero del campo di concentramento
di Buchenwald e, nel 1946, La questione della colpa di Jaspers,
il pezzo teatrale Il generale del diavolo di Karl Zuckmayer e
Fuori davanti alla porta di Wolfang Borchert vennero discusse
violentemente. La lingua di molti giovani scrittori era
coscientemente aspra e laconica. Si afferm� la parola della
letteratura spoglia. Era preminente la continuit�. Lo storico
Meinecke propose in tutte le grandi localit� della Germania di
istituire �comunit� Goethe� per la salvezza della sostanza
culturale e popolare tedesca rimastaci. L�emigrante Wolfgang
Langhoff rifer�: �Finalmente una quindicenne cant�
chiaramente, sottilmente e pura come il suono delle campane,
senza sentimentalismo, senza sbavature: �Vide un bimbo una
Rosellina� (poesia di Goethe musicata da Schubert). Questo �,
io credo, quello che io amo e quello che mantiene per me la fede
nella rinascita della Germania�. (pag. 289).
Ma su tutta la questione, � da valutare bene questo giudizio
del manuale italiano PV. Pi� degli austriaci, che pure
avevano entusiasticamente votato l�Anschluss, pi� dei
francesi e degli italiani, con il loro collaborazionismo e
fascismo, i tedeschi, moralmente trascinati come popolo sul
banco degli imputati, hanno finito con il mettere in questione e
con l�esaminare la propria storia. Nella loro riunificazione,
avvenuta cinquant�anni dopo, nei successi politico-economici
che li hanno resi uno dei pilastri dell�Europa democratica
attuale, non � assente una riflessione sull�orrore di cui si
resero responsabili� (p. 252) Sulle prospettive europee,
alcuni manuali considerano le spinte che vengono dall�applicazione
del piano Marshall. GRS cita al riguardo ampi stralci del
discorso del Segretario di Stato americano: � anche evidente
che, prima che il governo degli Stati Uniti possa procedere nei
suoi sforzi per alleviare la situazione ed aiutare la
ricostruzione dell�Europa, debba esservi un accordo fra i
paesi europei in merito alle esigenze della situazione e alla
parte che gli stessi paesi si assumeranno per rendere efficace
qualunque azione possa essere intrapresa da questo governo. Non
sarebbe n� opportuno n� utile che questo governo si impegnasse
a redigere unilateralmente un programma per rimettere in piedi
economicamente l�Europa. Questo compete agli Europei. L�iniziativa,
io penso, deve venire dall�Europa. Il compito di questo paese
dovrebbe consistere in un aiuto amichevole per la elaborazione
di un programma europeo e in un successivo appoggio dello stesso
programma nei limiti in cui sar� possibile per noi darlo.
Questo programma dovrebbe essere un programma comune, sul quale
concordino, se non tutte, diverse nazioni europee. (p. 337).
La maggior parte dei manuali, per�, contiene giudizi del tipo
di quelli presenti in PV, p. 257, per cui �non si
trattava [�] soltanto di un aiuto umanitario ed economico, ma,
con ogni evidenza, di un investimento politico [�]�. Dopo il
rifiuto sovietico, il piano Marshall serv� infatti agli Stati
Uniti per �controllare da vicino la condotta
economico-finanziaria dei paesi assistiti, orientando la loro
politica interna in senso moderato� (DPCC, p. 355).
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