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Intervista a U. A. nata a Val di Castello (Pietrasanta, Lucca)
nel 1931.
Come viveva la vita quotidiana?
La mia vita quotidiana consisteva nell�andare a far
pascolare gli animali, pecore e capre, oppure lavorare nei
campi.
Frequentava la scuola?
Si, l�ho frequentata fino alla terza elementare, poi i miei
genitori non mi ci hanno pi� mandata; la prima e la seconda le
ho fatte il pomeriggio invece la terza la mattina, quando non
ero a scuola ero impegnata nelle occupazioni prima
elencate.
Che cosa mangiava quotidianamente?
A colazione �pota di ciaccio�, a pranzo minestra o
taglierini e a cena polenta; la domenica o in occasione di feste
particolari mio padre uccideva un agnello o un pollo, con i
quali poi si faceva anche il brodo.
Com�era la vostra abitazione?
La casa era vecchia e piccola per la famiglia, infatti dormivamo
fino a cinque in una stanza, il bagno era fuori all�interno di
un casotto di tavole.
Qual era il vostro pensiero della guerra?
Io ero abbastanza piccola e non avevo esperienze cos� non
avevo un pensiero preciso sull�argomento; ma comunque sentivo
dalle persone anziane che la guerra era ingiusta perch� colpiva
soprattutto la povera gente e che inoltre era una cosa
bruttissima, molte persone morivano altri gi� pi� fortunati
rimanevano lesi per tutta la vita e solo pochi ne uscivano senza
un graffio.
In quanti eravate in famiglia?
Eravamo in nove figli, sette femmine e due maschi, mio padre mia
madre e anche i miei nonni; per un totale di quattordici
persone.
Come passavate il tempo?
Il lavoro ci impegnava a tal punto che ala sera eravamo talmente
stanchi da andare dopo cena subito al letto; d�estate per�
trovavamo anche il tempo per stare un�ora fuori: Giocavamo ai
tipici giuochi paesani, inventati da noi, quali: Sassetto o
chin�. I maschi invece giocavano con una palla fatta di stracci
cuciti assieme.
Quanti anni aveva quando � iniziata la guerra?
Nove o dieci anni.
In quali occupazioni erano dediti i Vostri genitori?
Lei li aiutava? Oltre ad accudire agli animali si
raccoglievano le olive e le castagne. Mentre l�uliveto era
vicino casa, il castagneto distava un�ora di cammino.Inoltre
si segava il fieno e il mio primo compito a sei anni era quello
di andare a prendere l�acqua alla fontana con una vecchia
bottiglia, dovevo camminare su per un sentiero irto per almeno
un�ora e mezzo. Mio padre era un minatore e quando aveva un po�
di tempo libero tagliava i boschi per fare il carbone, spesso l�aiutavo
raccogliendogli le legna vicino alla carbonara.
In che modo si diffondevano le informazioni?
Nel paese solo una coppia di anziani vecchietti possedeva la
radio, i quali molto gentilmente la mettevano sul davanzale
della finestra, cos� tutti radunati , potevamo ascoltare le
notizie.
Avevate contatti diretti con i soldati? Se si come?
Dopo la disfatta dei militari Italiani molti soldati
passavano dalle case lasciando i propri vestiti in cambio di
altri, cos� per camuffarsi e sfuggire ai Tedeschi. Durante la
liberazione incontrammo per la prima volta persone di colore, le
quali ci spaventarono a morte, poich� erano armate fino ai
denti e non credevamo che esistessero uomini diversi da
noi.
Ci sono stati atti di ritorsione?
Un giorno i Tedeschi radunarono una folla di almeno 20
persone,li misero in colonna nel ruscello e li
mitragliarono.
Avevate paura? Di cosa soprattutto?
In tempo di guerra avevamo paura di tutto,vivevamo la vita
in eterna tensione ed essendo un fatto nuovo per noi, non
sapevamo a cosa andavamo incontro e questo ci spaventava
moltissimo. La cosa pi� spaventosa che ho visto � l�episodio
di S. Anna (Val di Castello dista solo poche centinaia di metri
in linea d�area da S. Anna). La mattina del dodici Agosto,
stavo andando come sempre a prendere il pane, un etto a testa
(questo � quello che ci aspettava), e mentre scendevo, vedevo
che le strade erano invase dalle persone e che i Tedeschi
stavano scendendo gi� da S. Anna. La mattina dopo attraverso i
boschi, insieme alle mie sorelle e a mia zia, ci siamo
incamminati per il sentiero di S. Anna, poich� volevamo vedere
o sapere quello che era accaduto. Gi� fuori dal paese, dove c�erano
le stalle degli animali, lo scenario era raccapricciante. Pecore
straziate, mucche bruciate e nel paese regnava un silenzio di
tomba. Arrivati in piazza abbiamo visto un qualcosa di veramente
allucinante, Persone uccise, bruciate e rese irriconoscibile ,
riempivano la piazza di quel piccolo paesino. Un altro fatto di
cui ho avuto paura � stata la cattura di mio padre, che
deportato a Bologna � riuscito a fuggire per poi ritornare a
piede dopo circa due mesi.
Curavate la vostra immagine fisica?
Per lavarci avevamo una bacinella ed un po� di sapone. L�acqua
era naturalmente fredda. Ci lavavamo i denti con le foglie di
salvia, oppure con un po� di carbone tritato raccolto in uno
straccetto. Avevamo solo due vestiti, uno per l�inverno ed uno
per l�estate e come calzature zoccoli di legno.
E� migliorata velocemente la vita nel dopoguerra?
La vita � migliorata subito dopo la guerra, visto che almeno si
trovava lavoro a causa della ricostruzione.
Sono stati accolti bene i militari nel loro ritorno?
Certo che sono stati accolti bene, almeno quei pochi che sono
tornati.
Eravate schierati politicamente?
No, avevo solo uno zio comunista.
Ci sono episodi che vi hanno impressionato pi� di altri?
Quello di S. Anna � stato il pi� grande, comunque una
volta sono stata catturata dai Tedeschi, i quali sotto la
minaccia di un fucile mi hanno ordinato di calpestare un campo
di grano, sotto gli occhi increduli di un povero contadino.
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