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Intervista a Anna Maria Tongiani
Come vivevate tu e la tua famiglia la vita quotidiana?
Eravamo una famiglia di contadini, io sono andata a scuola
fin quando ho potuto, aiutavo mia madre nei lavori di casa,
facevo i compiti e giocavo coi miei fratelli. Inoltre passavamo
molto tempo in chiesa. Mia madre era molto credente,non era
bigotta ma voleva presenziare almeno alla messa della
domenica.
Hai frequentato la scuola?
S�, ho frequentato solo l'avviamento al lavoro; Io avrei
voluto proseguire gli studi ma le nostre condizioni economiche
non me lo hanno permesso.
Cosa mangiavate quotidianamente?
Grazie al cielo eravamo fortunati e avevamo di che mangiare:
frutta e verdura ci venivano dalla terra, il latte dalla nostra
mucca, le uova di oche e galline. Mancavano solo lo zucchero e
il caff�, che venivano importati ma con le frontiere chiuse
erano diventati irreperibili.
Quanti eravate in famiglia?
Noi figli eravamo quattro,due maschi e due femmine, poi
c'erano i miei genitori e la nonna paterna �in tutto eravamo
in sette.
Com'era la vostra casa?
Era bellissima ,avevamo un'aia grandissima dove c'era sempre
fresco e ombra. La casa era grande ,al piano inferiore ci
stavamo noi piccoli e la nonna, mentre di sopra ci stavano mio
padre e mia madre. Avevamo il bagno in comune�non so se
neanche riesci a immaginare la scomodit�! Ma era bellissima e
sempre pulita e curata. Ogni volta che sogno una casa nella mia
mente torna quell'immagine.
Qual era il vostro pensiero della guerra?
L'abbiamo avvertita con le prime restrizioni, il caff� e lo
zucchero, poi quando gli uomini sono partiti per l'Africa� ma
non ci saremmo mai aspettati una cosa simile.
Avevate un pensiero politico ben preciso?
Eravamo schierati contro il fascismo, e mio padre che non era
tesserato non aveva modo di lavorare infatti lavorava per conto
suo da carpentiere. Nonostante questo mio padre veniva
rispettato; perch� onesto, religioso, era il capo della
confraternita e si era da subito iscritto al partito di Don
Sturzo. Insomma il nostro era un pensiero fondamentalmente
antifascista, ma non aveva interazioni con la vita concreta.
Inoltre abitavamo vicino a un gerarca fascista e siamo cresciuti
in buoni rapporti con i suoi figli.
Quanti anni avevi all'inizio della guerra?
Quattordici.
Che giochi facevate?
Sotto quaresima facevamo una cosa ,un "gioco"
bellissimo: IL MIRTO. Non era un gioco vero e proprio, durava
per tutta la quaresima e quando uno dei tuoi amici ti incontrava
diceva "QUARE' , dovevi rispondere dicendo "viva il
verde" e mostrare il rametto di mirto che dovevi
portare sempre con te. Se non lo mostravi pagavi una penalit�.
Le penalit� venivano pagate a Pasqua, quando i perdenti
pagavano pegno, portando chi il pane, chi le uova, chi dolci�
preparando cos� una merenda. Giocavamo a campana, alle
comarelle e alle bambole.
In che modo eravate informati di ci� che accadeva?
In paese si parlava e i pettegoloni ci sono sempre stati �
comunque le notizie ufficiali ci arrivavano in due modi: uno era
lo strillone che portava il giornale a casa del gerarca urlando
le notizie per strada e noi le sentivamo di prima mattina; in
pi� io e mia sorella andavamo a fare la passeggiata davanti al
bar che aveva la radio e cercavamo di ascoltare il maggior
numero possibile di notizie.
Avevate contatti con i soldati?
Abbiamo avuto contatto coi soldati tedeschi solo per pochi
giorni, loro hanno sorvegliato la linea vicino a casa nostra e
per qualche sera si sono fermati nella nostra aia.
Vi nascondevate durante i bombardamenti?
Si, era inevitabile, avevano raso al suolo casa nostra e io e i
miei fratelli ci siamo rifugiati in una galleria �.non era
ancora stata finita e c'era al terra fresca sul soffitto, era
retta da pali di legno, ed era umida: accanto ai nostri
giacigli, scorreva un rigagnolo d'acqua, notte e giorno. Siamo
rimasti l� da settembre ad aprile.
Avevi paura? Di che cosa?
Avevo paura di morire. Avevo paura di vedere morire le persone
che amavo Avevo paura di perdere la guerra e di vedere tornare
il regime fascista. Avevo paura di sopravvivere per paura di un
futuro troppo incerto.
Ci sono stati atti di ritorsione?
Come avrebbero potuto?�.eravamo animali abbandonati in una
galleria�.come avrebbero potuto peggiorare la nostra
situazione�alle volte vedevo anche la morte come unica via
d'uscita da quell'inferno.
Eravate aiutati da qualcuno?
Eravamo soli�assolutamente soli.
Curavi in qualche modo la tua immagine, il tuo corpo?
E a chi importava? Dovevamo sopravvivere! Nessuno aveva n�
tempo n� interesse, n� mezzi per dedicarsi alla cura di s�.
Mi ricordo che quando mio fratello � stato chiamato nel
distretto, dopo l'8 settembre, io e mia sorella, siamo andate a
portargli ci� di cui avrebbe avuto bisogno; lui dalla finestra
ha strappato una tenda orribile pesantissima e da un colore
indecente, e ce l'ha lanciata�con quella tenda ci siamo fatte
due gonne che abbiamo tenuto per tutto l'inverno.
E' migliorata velocemente la vita nel Dopoguerra?
Si,per come erano le nostre condizioni durante la guerra;
per� nessuno aveva pi� niente tutti avevano perso ci� che
possedevano, nessuna propriet�, nessuna casa�tutto distrutto!
E cos� mio padre e mio fratello hanno cominciato i primi lavori
da carpentiere con cui ci siamo costruiti una nuova casa�meno
bella, meno spaziosa, e senza mia madre.
Quale episodio ti ha colpito di pi�?
La notte pi� brutta della mia vita. Cinque tedeschi stavano
sorvegliando la linea del fiume davanti alla nostra casa;
intanto i partigiani scendevano dalle montagne per attentare
alla loro postazione, raggiunto il retro di casa nostra, fecero
troppo rumore, svegliando, cos�, i tedeschi, e ci fu un vero
combattimento da una parte all'altra di casa mia �..la casa
era la trincea. I cinque tedeschi, con le mitragliatrici,
uccisero un partigiano e ne ferirono uno. Quel partigiano
ferito,Salvetti, fu crocifisso a un portone, poi costretto a
scavarsi la fossa, e l� gettato e fucilato. Quella notte mia
madre ebbe un infarto che le caus� una forte paralisi con cui
convisse per una settimana, poi mor�. Il giorno dopo anche casa
nostra fu rasa al suolo.
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